LA BROCCA ROTTA al teatro La Pergola.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 dicembre 2004 10:43
LA BROCCA ROTTA  al teatro La Pergola.

Dal 10 al 19 dicembre il Teatro Stabile di Brescia - Emilia Romagna Teatro Fondazione, con la partecipazione di Franca Nuti e Gian Carlo Dettori presenta LA BROCCA ROTTA, di Heinrich von Kleist, traduzione Cesare Lievi. Con Sandra Toffolatti, Marco Balbi, Emanule Carucci Viterbi, Leonardo de Colle, Piero Domenicaccio, Giuseppina Turra, Paola Di Meglio, Carlotta Viscovo, scene e costumi Maurizio Balò, luci Gigi Saccomandi regia Cesare Lievi.
Adamo, giudice disonesto di un villaggio olandese, tenta un'avventura notturna con una giovane e bella ragazza, Eva, che gli resiste; scoperto senza però essere riconosciuto, l'uomo le prende di santa ragione dal fidanzato di lei prima di riuscire a fuggire.

Nel tafferuglio viene rotta una brocca di un certo valore e la madre della ragazza ne chiede il risarcimento presentandosi davanti al giudice del paese perché venga fatta luce sulla vicenda e le venga risarcito il danno.
La donna è convinta che il colpevole del danno materiale e dell'impresa amorosa sia Ruprecht, il fidanzato della figlia, e pretende che lui ripari sposandola. Il processo si svolge alla presenza di un consigliere di giustizia venuto da Utrecht e Adam, nonostante ricorra alle più sfrontate menzogne, è assediato dalla verità fino a quando la ragazza, dapprima riottosa a parlare, lo accusa apertamente.
Ciascuno dei personaggi è coinvolto per motivi diversi in un complesso intreccio di reciproche dipendenze e ciascun racconto dell’episodio notturno è al contempo una rivelazione e un occultamento della verità.

La comicità della commedia – la cui materia dal punto di vista puramente giuridico è un processo per indizi – risulta proprio dal diretto accostamento di dignità e banalità. Il diritto deve essere soddisfatto: questo è l’alto obiettivo, per lo meno dell’ispettore. Ma la realtà di come giungere al diritto è determinata dai molti sotterfugi degli interessati, soprattutto dai bizzarri tentativi di depistaggio di Adamo, che si occupa in continuazione di fatti marginali per evitare il fatto principale.
Con l’Edipo re di Sofocle, il testo di Kleist ha in comune il motivo della ricerca del colpevole, dove alla fine colui che svolge la ricerca deve riconoscere se stesso.

Ma, a differenza che nella tragedia antica, in quella di Kleist Adamo, al contrario di Edipo, sa fin dall’inizio di essere lui il colpevole, ed anche il pubblico lo sa. Pertanto il fascino qui è costituito non tanto dal risultato del processo, quanto dal suo decorso, in particolare da come Adamo conduce il dibattimento. In un gioco di simulazioni, di sotterfugi e di camuffamenti che oscurano un fatto dando ad intendere di volerlo chiarire. (RO)

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