In Toscana il 18 novembre la IV Giornata Nazionale della finanza etica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2004 14:46
In Toscana il 18 novembre la IV Giornata Nazionale della finanza etica

FIRENZE- La Regione Toscana organizza insieme all’Associazione Finanza Etica la IV Giornata Nazionale della Finanza Etica che si terrà a Firenze il 18 novembre e che quest’anno ha per titolo “La Finanza Etica per la Pace”. Nel nostro territorio sono nate negli ultimi anni interessanti iniziative legate al microcredito che interessano le fasce più deboli della cittadinanza. In questa scheda sono approfondite le esperienze del Fondo Etico e Sociale delle Piagge e del Fondo Essere dell’Isolotto che rappresentano una vera e propria sperimentazione di microcredito in una situazione di economia evoluta e non di terzo mondo, fondati da due comunità nella periferia fiorentina.

FONDO ETICO E SOCIALE DELLE PIAGGE
Nato alla periferia di Firenze, il Fondo Etico e Sociale della Comunità delle Piagge vuole essere una proposta concreta per rispondere ai problemi più immediati degli abitanti del quartiere e per finanziare progetti di promozione del territorio.

Come? Attraverso il microcredito e l’autogestione, ma soprattutto, anteponendo la relazione umana e lo sviluppo del tessuto sociale al patrimonio e alle garanzie finanziare. Oltre 50 famiglie hanno versato 60mila euro. E in pochi mesi sono già stati erogati 33 prestiti. Dal 25 giugno del 2000 la Cooperativa Sociale “Il Cerro”, in stretta collaborazione con la Comunità delle Piagge, ha dato infatti vita ad una raccolta di prestiti e risparmi presso i propri soci per la creazione del Fondo Etico e Sociale.

A chiedere i prestiti sono tutte persone “non bancabili”, cioè persone che mai riuscirebbero ad avere un prestito da un istituto di credito e che, senza un appoggio, non avrebbero un’alternativa e magari rischierebbero di diventare facile preda degli usurai. Il tasso d´insolvenza è zero: tutti coloro che prendono soldi a prestito li restituiscono regolarmente. Chi presta soldi riceve in cambio solo la copertura del tasso d´inflazione. «Il punto fondamentale è la responsabilità verso la comunità, il mondo si può cambiare anche da qui» dice don Alessandro Santoro, ideatore del fondo.
Finalità
Si tratta di un progetto di autogestione del microcredito strettamente legato al territorio.

Le persone che non possono accedere al credito tradizionale delle banche sono vittime di un processo di esclusione sociale che non permette loro di uscire dalle situazioni di disagio. Il Fondo etico è una risposta all’esclusione, un tentativo di consentire alle persone di essere soggetti attivi che partecipano in prima persona a progetti di autoaiuto e autorecupero. L’importante non è quanto si dà o quanto si riceve, ma il grado di partecipazione alla costruzione di un percorso condiviso di finanza etica e di uso critico del denaro.

Il fondo quindi nasce con l’obiettivo di restare una struttura leggera e soprattutto “nasce per morire”, nel senso che quando non ci sarà più tutti saranno contenti perché vorrà dire che non ce n’è più bisogno. Per essere finanziati bisogna essere residenti nel quartiere oppure chiedere finanziamenti per progetti che abbiano una ricaduta sociale sulla realtà delle Piagge.
Come funziona
Il Fondo è gestito dall’assemblea dei soci (finanziati e finanziatori) che si riuniscono periodicamente per decidere chi o quali progetti finanziare.

Una commissione costituita da 8 membri della Comunità delle Piagge più un consigliere di MAG 6 (mutuo autogestito) avviano l’istruttoria per prendere in esame le richieste avanzate e l’assemblea poi decide. Il 40% del fondo è destinato al mutuo soccorso, mentre il 60% a progetti con ricadute nel territorio. Il prestito deve essere restituito entro tre anni con un tasso d’interesse pari al tasso d’inflazione più 1,5% destinato a MAG 6 per il pagamento delle spese gestionali. Il fondo delle Piagge è invece gestito da volontari e sostenuto con i soldi raccolti attraverso feste o donazioni.

Il risparmiatore finanziando blocca i suoi risparmi per un anno, ma partecipa direttamente alla gestione di tutta la cassa, promovendo la crescita e lo sviluppo del proprio quartiere. Oltre a percepire un interesse sulla somma versata (pari a quello del tasso d’inflazione), il risparmiatore ci guadagna in qualità della vita.
La relazione umana come base del finanziamento: La conoscenza e la fiducia nelle persone e nei progetti costituiscono la garanzia per accedere al credito del fondo etico.

La scommessa non è giocata sul patrimonio, quindi, ma sulla relazione umana. Lo dimostra il tasso d´insolvenza, per un bancario una percentuale inconcepibile: zero. Tutti restituiscono regolarmente il denaro ricevuto con la sola aggiunta del tasso d´inflazione. Ed è qui che emerge la responsabilità del singolo come cemento della socialità. «Il denaro è strumento di emancipazione - spiega don Alessandro Santoro - chi riceve il denaro è responsabile verso la comunità». Nessuno firma cambiali.

La restituzione avviene pagando rate tramite bollettino postale. In questo modo i debitori possono essere aiutati ad andare avanti senza essere soffocati da piani di rientro che non sarebbero in grado di sostenere.
Per informazioni e adesioni: Telefono 055/311.856 - C/C Postale 2472.5509 intestato alla Comunità di Base delle Piagge, causale “Fondo Etico e sociale”.

FONDO ESSERE DELL'ISOLOTTO
Una comunità può definirsi solidale quando le persone decidono di non ignorarsi l’una con l’altra e si fanno carico - cercando di porvi un rimedio - dei problemi individuali che rendono la vita di alcuni drammatica, molto peggiore di quella degli altri.

E’ proprio con l’obiettivo di creare una comunità solidale che nasce il Fondo Essere: nato nel Quartiere 4 di Firenze, esso è uno strumento di credito che garantisce sostegno economico a chi è in difficoltà e abita nel quartiere.
Il Fondo Essere è stato creato nel 2002 dalla comunità del Quartiere 4 (Isolotto – Legnaia) di Firenze, per contrastare la povertà a livello locale, purtroppo in aumento anche nell’Italia del benessere. Dei 68.000 abitanti del quartiere, 6.000 vivono con entrate inferiori alla media nazionale e 2.000 si trovano in una situazione di drammatica indigenza.

Il progetto offre la possibilità di ottenere un “prestito di solidarietà” a chi si trova in una condizione di emarginazione ed ha la necessità di un aiuto economico per risolvere la propria situazione. Il massimo di cui è possibile usufruire è 2.500 Euro e la restituzione del prestito avviene in piccole rate, senza maturazione d’interessi, a scadenze concordate.
I beneficiari sono persone residenti o domiciliate nel quartiere, che non possono offrire garanzie e quindi sono escluse da altre forme di prestito.

L’impiego del denaro prestato è mirato a risolvere la situazione negativa nella quale il soggetto si trova. La non ripetibilità del prestito e la restituzione della cifra ottenuta sono elementi indispensabili del processo di solidarietà.
L’idea di base
l’integrazione sociale: “Chi ha qualcosa in più lo metta a disposizione di chi non ha il sufficiente”, questa è la richiesta del Fondo Essere al fine di creare una comunità davvero solidale e perciò produttrice di benessere diffuso.

La dimensione locale di Essere si sviluppa infatti in un contesto di periferia, dove la comunità ha sempre mirato ad un’effettiva integrazione sociale dei suoi membri e allo sviluppo di un forte senso di appartenenza. Essere si inserisce, e ne è il frutto, in questa tradizione locale di cultura e civiltà. Ad animare questa iniziativa è una convinzione di fondo: non c’è costo sociale più alto di un individuo che, emarginato, cessa di lottare per migliorare la propria condizione. Ottenere un prestito in un momento di difficoltà e impegnarsi per la restituzione della somma ha il doppio significato di uscita dall’esclusione sociale e di stimolo a non darsi per vinti.

Il Fondo Essere, venendo in soccorso di persone in difficoltà, previene una loro possibile deriva e quindi agisce come riduttore del costo sociale.
La gestione
Il Fondo Essere nasce dalla comunità stessa ed è organizzato, d’intesa con le istituzioni locali del Comune di Firenze e del Consiglio di Quartiere 4, da soggetti sociali del volontariato e dell’associazionismo. Le realtà partecipanti sono molto eterogenee fra loro e appartengono a contesti culturali anche molto differenti.

Per esempio, associazioni come la Ronda della Carità e della Solidarietà, un Circolo Arci ed un Gruppo parrocchiale Caritas, un Circolo di pensionati, alcune società sportive, la Sezione Soci Coop Firenze Sud Ovest e una Pubblica Assistenza Anpas, oltre ovviamente all’SMS Humanitas Firenze, ideatrice del progetto, e a molte altre realtà.
Queste associazioni e tutte quelle che, non profit e con sede nel quartiere, vorranno aggregarsi in futuro, lavorano in rete per garantire l’alimentazione del fondo su tutto il territorio nazionale con i contributi di aziende, esercizi commerciali, istituzioni, ma soprattutto con le offerte che arrivano dai singoli cittadini e dalle famiglie, per dare concretezza all’esperienza di una comunità effettivamente solidale.
Chi ne beneficia
Una famiglia - quattro bambini piccoli ed un’anziana a carico, finalmente entrambi i coniugi trovano lavoro e ottengono un appartamento dal Comune.

Hanno bisogno di un prestito per comprare i mobili per le stanze dei figli. Milleseicento euro. Una ragazza ex tossicodipendente: con una figlia piccola e il compagno ancora in difficoltà con le sostanze da cui è dipendente, non riesce a pagare l’assicurazione dell’auto, necessaria per portare la bimba al nido e per il lavoro. Mille euro. Un disoccupato: lasciato dalla moglie, con figli a carico, può cominciare un nuovo lavoro a patto di avere un furgone proprio. Duemilaseicento euro per l’anticipo sull’acquisto del mezzo.
I numeri del Fondo Essere
In 2 anni di attività il Fondo ha raccolto oltre 205.000 euro, provenienti da offerte e quote associative, con uno sviluppo enorme negli ultimi 18 mesi.

Sono stati concessi più di cento prestiti di solidarietà, per una cifra totale di 150.000 euro circa e una resa superiore al 25 %. Le associazioni aderenti, che partecipano alla gestione, sono 21. Sono 86 i privati cittadini che hanno versato un’offerta. 25 le aziende o associazioni.

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