Pieri, Totaro, Tondi, condannati civilmente per diffamazione.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 agosto 2004 16:14
Pieri, Totaro, Tondi, condannati civilmente per diffamazione.

Assolti dal giudice penale e condannati dal giudice civile per lo stesso reato. Ovvero per diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Marcello Fontani, all'epoca dei fatti presidente del collegio dei sindaci revisori dell'Ataf. E' quanto è accaduto a Massimo Pieri (Fi), Federico Tondi (Udc) e Achille Totaro (An), allora rispettivamente membri e presidente della commissione controllo sugli enti partecipati. E' Massimo Pieri, ancora oggi consigliere comunale di Forza Italia, a dare la notizia nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato anche Totaro, oggi consigliere regionale di An, e il consigliere comunale di Alleanza Nazionale Giovanni Donzelli.

La vicenda risale al settembre 1999 quando la commissione controllo decise di avviare una serie di audizione dei vertici delle società partecipate del Comune di Firenze. "Molti dei consiglieri erano stati eletti per la prima volta - racconta Pieri - e dovevano votare atti importanti e spesso poco comprensibili per i profani come il bilancio dell'Ataf. Per questo decidemmo di farci spiegare dai diretti interessati le varie situazioni, iniziando proprio dall'Ataf. L'allora presidente Aldo Frangioni si presentò e rispose ai nostri interrogativi, non altrettanto fece il presidente del collegio dei sindaci revisori Marcello Fontani.

E' vero - ammette Pieri - che non si tratta di un dovere previsto dal codice civile, ma ci sembrava indispensabile sentire, in una materia delicata come quella di bilancio, anche la voce di un tecnico. Fontani non solo non si presentò ma, dopo che con i colleghi facemmo presente il nostro disappunto nel corso di una conferenza stampa, ci querelò tutti per diffamazione". Eppure, aggiunge Totaro, non usammo parole offensive nei confronti di Fontani. "Al massimo dicemmo frasi normalmente utilizzate nella polemica politica come 'è una cosa inammissibile', e ancora 'è inaccettabile', 'è una vergogna'.

Ma il presidente dei sindaci revisori decise comunque di passare alle vie legali e non cambiò idea neanche quando politici di primo piano della nostra città, tra cui lo stesso sindaco Leonardo Domenici, lo invitarono a ritirare la querela". Dal punto di vista giudiziario, i consiglieri sono stati assolti in sede penale con una sentenza del 31 ottobre del 2003 perché il fatto non sussiste. Il 13 giugno 2004 sono stati condannati per la stessa vicenda dal tribunale civile al pagamento di 50mila euro più le spese legali.

"E' davvero singolare che due giudici abbiano deciso in modo così diverso - spiegano Pieri e Totaro - anche perché nella sentenza del tribunale penale è evidenziato chiaramente come le frasi da noi pronunciate all'indirizzo dell'allora presidente del collegio dei sindaci revisori non solo non siano da considerarsi lesive della sua dignità e della reputazione ma anzi rientrino nella normale polemica politica". "Chiedevamo soltanto fosse rispettata la nostra dignità e il nostro ruolo di consiglieri comunali, votati ed eletti dai cittadini - continuano i due esponenti di centrodestra -.

Siamo molto preoccupati che questa sentenza diventi un precedente: se i consiglieri comunali, soprattutto quelli di opposizione, non possono neanche più esprimere critiche magari con frasi come appunto 'é inaccettabile', si mette a rischio l'indipendenza del consiglio comunale e il suo stesso ruolo". Concetto ribadito anche da Donzelli: "La funzione di controllo da parte dei consiglieri comunale è fondamentale. Per questo chiedo al sindaco Domenici di esprimere la sua opinione su questo episodio che porterò anche all'attenzione del consiglio comunale".

Pieri e Totaro annunciano che faranno ricorso contro la sentenza.(mr)

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