Zauberteatro: "Come in America" sull'Arno (da Piazza Mentana 28, 29, 30 luglio) e "All'Impruisa la Commedia!" a Villa Fabbricotti negli stessi giorni (ore 21.15)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 luglio 2004 23:22
Zauberteatro:

Due anime che attraversano il fiume. L’Arno, luogo sospeso tra l’aldilà e un presente che ritorna, e diventa storia. Il Fiume infinito, che è al tempo stesso l’oggetto che dà il via alla narrazione, e colui che in un’estrema beffa accoglie le loro anime, le accompagna, per poi farsi di nuovo arbitro del loro destino. In questo gioco di specchi, due personaggi, che del fiume hanno ormai la trasparenza, come ci si immagina la consistenza di un Geppetto rimasto troppo a lungo nella pancia del pescecane, si raccontano.

E ci si immagina che si raccontino all’infinito, come quel fiume che li trasporta, al di là e al di qua della vita, costretti a ricominciare ogni volta che il fiume gira su se stesso, e a ripetere a memoria la nenia della loro storia. Due storie destinate a non incontrarsi, due mondi paralleli. Lui che insegue l’America e la sua Carol Lombard, buona per tutte le stagioni e che non invecchia mai, in un paese dei balocchi dove si può fare tutto gratis. Lei, una famiglia di signori, donna sanguigna e passionale, sogna un uomo come il padre, pettorali e spalle larghe.

Destinati a rimanere vicini, eternamente giovani, eternamente diversi. Due Paolo e Francesca al contrario, continuamente inghiottiti e resuscitati dallo stesso fiume, due figurine grottesche fossilizzate nella ricerca di un’impossibile unione, e disperse dai flutti come soprammobili galleggianti. Il fiume scorre, trascina con sé la storia, come una giostra troppo veloce, in cui tutto si mischia si impasta, i colori e i personaggi si fondono, galleggiano, affondano e poi riemergono. Poi il fiume torna a fare il fiume, e ci consegna i suoi oggetti.

Lentamente accompagna di nuovo le sue anime, che ci raccontano la loro storia.
biglietti euro 20,00 / 15,00


“All’impruìsa, la Commedia!” sancisce formalmente l’incontro fra Zauberteatro e la Commedia dell’Arte. Negli anni, in realtà, degli “avvicinamenti” c’erano già stati: dai settecenteschi personaggi dell’”Isola degli schiavi” di Marivaux (Trivellino altro non era che l’evoluzione dello Zanni e le coppie servo-padrone ricalcavano pienamente lo stereotipo “italienne”), alla trascrizione della parte dei comici in “Sogno” da Shakespeare (affidata a dei burattini che si esibivano facendo riferimento ad un vero e proprio “canovaccio”), a numerose altre occasioni, più o meno dirette, più o meno consapevoli.
Ma questa volta ci troviamo davanti, dichiaratamente, alla Commedia dell’Arte.

Questa volta sono in scena davvero gli Zanni, Arlecchino, Pulcinella, Colombina, Brighella e Pantalone. La Commedia dell’Arte fa parte di noi (e non intendo solo di noi “teatranti”): essa ha rappresentato per secoli la maniera di recitare “all’italiana”. La fama dei personaggi, delle “maschere”, ha varcato i limiti della cultura italiana ed europea arrivando a trasformarsi in modelli universalmente conosciuti e riconosciuti.
Questa forma teatrale, tra le più longeve e originali del mondo, è stata un momento importante per il teatro, non solo italiano.

La sua origine dette il via alla nascita del teatro professionistico: l’unione legale di più artisti, il concorrere alla nascita della compagnia con il versamento di quote e la divisione degli utili in base alle stesse, formarono il primo nucleo del teatro modernamente inteso.
Altro carattere fondamentale è “il viaggiare”. Per presentare lo spettacolo in luoghi diversi, anche fuori dei confini linguistici di appartenenza, le compagnie attraversavano l’Europa, risultando, fra le altre cose, un efficace tramite fra culture, lingue diverse.
“All’impruìsa, la commedia!” rappresenta un po’ tutto questo.

Dall’apparizione del “canta in banco”, primo elemento costitutivo della Commedia, all’itinerario verso altri generi della stessa, i lazzi, le canzoni, i duetti comici, fino al canovaccio, sorta di sceneggiatura “aperta” nella quale i comici, singolarmente, portavano la loro esperienza.
Ovviamente lo spettacolo non esaurisce tutte le particolarità della Commedia dell’Arte, ma vuole essere un esempio di come e cosa i comici dell’arte, dalle origini, fino all’età d’oro delle grandi compagnie, fecero sulle tavole dei palcoscenici di tutta Europa.

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