Manifestazione contro le banche fiorentine a causa di bond argentini, obbligazioni Cirio e Parmalat
Intanto Borsa Italia danneggia i piccoli risparmiatori e ABN_AMRO fa man bassa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 giugno 2004 12:40
Manifestazione contro le banche fiorentine a causa di bond argentini, obbligazioni Cirio e Parmalat<BR>Intanto Borsa Italia danneggia i piccoli risparmiatori e ABN_AMRO fa man bassa

CRF, nonostante tutto, rifiuta il confronto con le Associazioni dei Consumatori e affida la tutela dei risparmiatori ad una COMMISSIONE TECNICA costituita da tre DIRIGENTI DELLA BANCA e un GARANTE esterno nominato dalla Camera di Commercio di Milano.
Per questo, 9 associazioni consumatori toscane (ADOC - ACU - ADICONSUM - ADUSBEF- CODACONS - FEDERCONSUMATORI - LEGA CONSUMATORI ACLI - MOVIMENTO CONSUMATORI) hanno convocato una manifestazione domani alle 10,30, in Via Bufalini davanti alla Direzione generale della banca.

Lo scandalo Parmalat ha fatto emergere "inquietanti negligenze" ad "ogni possibile livello".
Lo sottolinea la Banca dei Regolamenti Internazionali nel suo rapporto annuale.

Lo scandalo del gruppo alimentare di Collecchio ha travolto, oltre agli "organi di dirigenza" anche "i revisori interni ed esterni, le banche creditrici, i promotori finanziari, le agenzie di rating, gli analisti delle banche d'affari - sottolinea la Bri - nonche' i responsabili della sorveglianza su molti dei suddetti ambiti".
Eppure quello che la Bri definisce "il piu' oneroso fallimento della storia" non ha prodotto "il benche' minimo effetto sulla formazione dei prezzi del mercato del credito alle imprese".

Secondo la Bri il dissesto di Parmalat, lo scorso dicembre, avrebbe potuto innescare una massiccia ondata di vendite e le perdite degli obbligazionisti avrebbero potuto superare quelle subite dai creditori di Enron o persino di WorldCom. "In questa occasione il contagio e' stato invece limitato e di breve durata - sostiene la Bri - poiche' il calo nell'incidenza delle inadempienze e dei declassamenti ha contribuito a rassicurare gli investitori del fatto che la vicenda Parmalat e altri eventi creditizi negativi costituivano casi isolati".

Un errore casuale? Borsa Italia danneggia i piccoli risparmiatori, ABN_AMRO fa man bassa
Il 25 giugno 2004, alle ore 15.55, l'indice azionario MIB30 è improvvisamente passato dal valore di 28270 (ore 15.54) a 28744 (ore 15.55), ovvero da -0,11% a +1,56%.

Un'escursione spropositata, senza precedenti. Nemmeno con le guerre, gli attentati, gli eventi più inattesi. Perché? Semplicemente per un errore di un operatore istituzionale che ha fatto lievitare di oltre il 10% il prezzo del titolo ENI (il titolo che pesa di più sull'indice Mib30). Molto tempestivamente alle ore 16.00, Borsa Italia, l'ente che regola il mercato azionario nazionale, ha comunicato di aver attivato la procedura di annullamento dei contratti ENI avvenuti oltre i 17,69 euro a causa di tale ordine errato.

Tuttavia, Borsa Italia NON ha rettificato l'indice Mib30 di conseguenza, come è suo dovere. Ricordiamo infatti che Borsa Italia, con avviso n. 4160 del 19/4/2004, dichiara quali sono i titoli del paniere Mib30 ed i rispettivi pesi, impegnandosi a calcolare il valore dell'indice stesso in base ai prezzi dei titoli che lo compongono. Quest'operazione da parte di Borsa Italia non è discrezionale; pertanto, se Eni viene fermato a 17,69, il Mib30 deve essere adeguato obbligatoriamente. Ma così non è stato.

Il risultato è l'escursione dell'indice, assolutamente anomala ed estranea a movimenti di mercato, che si vede nella figura.
Ci sono conseguenze? Sì, e gravi. Il mancato adeguamento dell'indice tenendo conto dell'annullamento dei contratti errati su ENI nuoce gravemente a quegli investitori titolari di certificati legati all'indice e che sono soggetti a rimborso anticipato da parte dell'emittente al raggiungimento di certi valori (detti in gergo 'stop loss'). In particolare, in questo caso, il certificato ABN AMRO Mini Short MIB30 NL0000310944, il cui stop loss è 28678 di Mib30.

Visto che l'errore su ENI ha fatto andare l'indice sopra 28678 punti, il certificato è stato ritirato dai depositi degli investitori e rimborsato alla cifra di 0,039, cioè a -59% del valore del certificato alle ore 15.54 del 25.06.2004 (ultimo prezzo scambiato: 0,096). Insomma: l'investitore che aveva 100 si ritrova in tasca 40 (circa). ABN ritira così alle 15.55 a prezzi stracciati i certificati che aveva venduto ai piccoli risparmiatori a prezzi più che doppi fino alle 15.54 - per cause esterne al movimento effettivo del mercato.
Da un lato, ci si poteva aspettare che Borsa Italia assolvesse ai suoi compiti di composizione corretta dell'indice, e quindi di suo adeguamento in caso di errore nel prezzo di un suo componente (il titolo ENI in questo caso).

Dall'altro, ci si sarebbe atteso che ABN-AMRO, primaria banca internazionale, riconoscesse la non regolarità dell'evento e quindi non lo invocasse per un indebito guadagno a spese dei piccoli risparmiatori.
Viste le circostanze, non pare nemmeno privo di logica pensare che l'"errore" sia stato compiuto ad arte, confidando nell'attivazione della procedura di gestione straordinaria da parte di Borsa Italia (che salva l'operatore "incauto") ma nella "dimenticanza" poi dell'adeguamento dell'indice in modo da far scattare la clausola dello stop loss.

Per inciso, contestualmente all’errore sono stati notati scambi straordinariamente elevati di acquisto di opzioni put su ENI, che hanno forse approfittato della percezione erronea di un rialzo del titolo del cane a quattro zampe (nei giorni successivi invece il titolo è sceso in maniera corposa).
Morale della storia? Il grande operatore che pure ha commesso un errore materiale viene tutelato da Borsa Italia spa, il piccolo risparmiatore, del tutto estraneo, viene invece a subire un danno indipendente dall'andamento del mercato e del valore corretto del suo investimento.
Già si sa che molti risparmiatori si rivolgeranno alla CONSOB e alla Procura della Repubblica per fare luce su una vicenda che presenta più di un punto oscuro.

[Il Professore]

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