Siena: sessanta anni dalla liberazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 giugno 2004 23:49
Siena: sessanta anni dalla liberazione

Lunedì 3 luglio 1944, sessanta anni fa, Siena era in festa per la riconquistata libertà, la gente dimenticò per un giorno i quattro anni della guerra, i morti e le distruzioni e riascoltò, con un brivido di orgoglio, il suono del Campanone che chiamava il suo popolo alla nuova speranza.

Venerdì prossimo 25 giugno Siena celebrerà quel momento, centrale nella sua storia. Alle 10 presso la Basilica dell’Osservanza sarà scoperta una targa in ricordo dei morti e delle distruzioni avvenute a causa dei bombardamenti anglo-americani del 23 gennaio 1944, a monito delle nuove generazioni contro ogni disumana violenza.

Alle 11, il Consiglio Comunale straordinario aperto nella Sala del Mappamondo per celebrare i sessanta anni dalla Liberazione. Insieme al Sindaco Maurizio Cenni, alla Presidente del Consiglio Comunale di Siena Marisa Perugini ci saranno l’Ambasciatore Francese e l’Addetto Militare Responsabile della Missione, il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Virginio Rognoni, il Presidente della Rete dei CSM Europei, Luigi Berlinguer, Enrico Cecchetti, Vice Presidente del Consiglio Regionale della Toscana e responsabile del coordinamento regionale per i festeggiamenti del 60° anniversario dalla liberazione, Fabio Ceccherini Presidente dell’Amministrazione Provinciale, le Autorità militari, civili e Religiose cittadine, le istituzioni e la cittadinanza senese.



Nel corso della seduta è prevista anche la proiezione delle immagini originali della Liberazione della città e del territorio provinciale, la testimonianza diretta di chi ha assistito materialmente all’evento e di chi ha combattuto per assicurare a Siena ed all’Italia libertà e democrazia.

Martedì 6 luglio 2004 saranno due gli eventi in programma. Alle 16,30, presso il salone della Casa di riposo in Campansi, il professor Claudio Biscarini traccerà una ricostruzione storica degli eventi che portarono alla liberazione della città di Siena.

Durante l’intervento saranno proiettati anche dei filmati inediti e alcuni testimoni oculari racconteranno ai presenti ciò che poterono vedere con i loro occhi 60 anni fa. Interverranno al dibattito Mario Bellini, ex priore della Contrada Sovrana dell’Istrice, Pasquini Elio, membro esterno della commissione cultura della Circoscrizione 5 e Paolo Bianchini, consigliere della Circoscrizione 5, tutti da sempre residenti nel territorio della Circoscrizione 5. Infine alle 21, sempre di martedì 6 luglio 2004, presso l’ex mercatino rionale di Camollia si terrà il concerto "Le Guerre di Piero" a cura del gruppo "Voltalacarta".

La serata sarà occasione per ripercorrere la musica di Fabrizio De Andrè, un poeta-cantautore che come pochi altri ha saputo cantare la guerra con gli occhi di chi la subisce.

Quando il 3 luglio il corpo di spedizione francese, sotto la guida del Generale De Monsambert, entrò in Siena fra una folla impazzita, rispuntarono i simboli della città, "le bandiere del Palio", in Piazza del Campo, piena zeppe di truppe e di automezzi, c’erano migliaia di persone. Nessun combattimento si era svolto per le vie della città, proprio come da ordine del Generale, e Siena si offriva ai suoi liberatori in tutta la sua bellezza e con la forza che animava il perseguimento degli ideali di libertà e di giustizia.

Le immagini del tempo mostrano una festa di popolo, volti di gente che, pur nell’emergenza e nel pericolo, avevano rivelato una riserva di buon senso, di intelligenza, di generosità in una straordinaria fusione di volontà e di ideali fra gli uomini in divisa delle nazioni democratiche e le nostre popolazioni che erano state partecipi attive della propria Liberazione. E’ una memoria storica ancora viva nel cuore e nelle menti delle generazioni che ne furono protagoniste o testimoni, una memoria da valorizzare e tramandare perché quegli avvenimenti hanno segnato la storia della città e della provincia, che hanno pagato un tributo di sangue elevato alla causa della libertà, perché quegli episodi sono un pezzo importante della storia generale che ha visto restituire, grazie alla lotta di Liberazione, l’anima e la dignità al popolo italiano.

Questo il senso che la giornata del 25 vuole lasciare a tutti i cittadini.

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