Martini, “La Toscana non poteva che opporsi al condono”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 maggio 2004 19:37
Martini, “La Toscana non poteva che opporsi al condono”

FIRENZE- “La Toscana non poteva che opporsi all’ennesimo condono. Nel nostro lavoro quotidiano per un corretto e equilibrato governo del territorio era ed è impensabile che una questione come questa passasse senza la nostra ferma opposizione”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Claudio Martini intervenendo al convegno “Il paesaggio è in pericolo?” organizzato a Fiesole, presso la sala riunioni di Casa Marchini Carrozza, cui hanno partecipato amministratori, docenti universitari, tecnici.

A pochi giorni dall’udienza in Corte Costituzionale per i ricorsi presentati da alcune Regioni contro il governo, e in attesa della sentenza (che arriverà tra qualche settimana) Martini ha evidenziato la necessità di non abbassare mai la guardia su queste tematiche: “C’è voluto l’impegno di alcune Regioni, e tra queste in prima fila la Toscana, perché il condono non passasse senza colpo ferire. Questa discussione resterà aperta qualunque sia l’esito del ricorso: l’opposizione al condono è conseguenza di una visione generale che abbiamo della Toscana.

Una regione che non vuole certo immobilizzare un territorio che è in larghissima parte frutto dell’azione dell’uomo, e che allo stesso tempo non accetta di affidarlo a dinamiche incontrollate, e in taluni casi, illegali. Esiste una strada intermedia, quella di uno sviluppo sostenibile con l’ambiente, nel segno della qualità: ed è questa la strada che intendiamo continuare a perseguire”. Sugli stessi toni anche l’intervento dell’assessore all’urbanistica Riccardo Conti: “Alla domanda che pone questo convegno ‘Il paesaggio toscano è in pericolo?’ La mia risposta è sì: il nostro paesaggio è in costante pericolo perché esprime un rapporto unico al mondo tra l’ambiente e l’uomo, è in pericolo perché i suoi equilibri sono estremamente delicati e quindi vanno sempre vissuti con attenzione e partecipazione.

Per salvaguardare un paesaggio antropizzato come quello toscano da questi ‘pericoli’ occorre una forma di tutela attiva: cioè un mix equilibrato di tutela e valorizzazione. In questo modo è possibile dirigere in maniera equilibrata il nostro sviluppo verso una Toscana della modernità. E’ questo l’obiettivo verso cui si rivolgono tutti i nostri strumenti di governo del territorio”. “E in questa direzione - aggiunge Conti - si colloca il nostro no al condono: Il condono, e ricordo che questo è il terzo negli utlimi venti anni, incentiva i furbi, cioè coloro che intendono il territorio come un bene da sfruttare solo secondo i propri tornaconti.

In Toscana questo tipo di atteggiamento non ha per fortuna trovato grandi spazi e mi auguro ne abbia ancora meno in futuro”. (mo)

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