Contratto unico per i medici: la Toscana dice no alla controriforma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2004 23:49
Contratto unico per i medici: la Toscana dice no alla controriforma

firenze- "Se penso alle conseguenze che potrà comportare per i cittadini il ritorno al contratto libero per i medici mi viene immediatamente in mente una bruttissima cosa: le liste di attesa aumenteranno a dismisura. E questo non è tollerabile se tutti noi vogliamo continuare a usufruire di un servizio sanitario equo ed efficiente". L'assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi commenta così l'annunciata intenzione da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di cancellare il rapporto esclusivo dei medici ospedalieri introdotto dalla riforma Bindi.

"E' una iniziativa di carattere elettoralistico - continua Rossi - ma soprattutto destinata a destabilizzare l'attuale funzionamento del sistema sanitario. Succede anche troppe volte che i cittadini si sentano dire: "Paga e avrai una prestazione più rapida". Con questa controriforma sarà ancora peggio. I primari potranno svolgere attività pubblica e privata a loro piacimento, senza rispondere a nessuna regola e senza che le Aziende sanitarie possano svolgere una zione di controllo". Ma le intenzioni del governo riguardano anche tutti gli altri operatori del sistema sanitario: "Questo governo - continua l'assessore Rossi - non vuole finanziare i contratti degli infermieri, dei medci di famiglia convenzionati e dei medici dipendenti dal servizio sanitario.

Berlusconi vuole invece fare un bel regalo a un numero ridotto di primari che non hanno fatto la scelta pubblica ma vogliono gli stessi soldi degli altri colleghi, le mani libere e un ruolo di direzione per il quale non potrebbero dedicare il tempo necessario. Tutto questo accade mentre il governo approva la devoluzione. E' semplicemente scandaloso che su temi di tale rilievo non si voglia tenere conto del parere delle Regioni. Per quanto ci riguarda - dice Rossi - la Regione Toscana, come credo altre Regioni, si opporrà a questa iniziativa anche con provvedimenti di legge, con misure volte a confermare l'obbligatorietà della scelta per coloro che svolgono una funzione dirigenziale e a regolamentare il rapporto tra attività istituzionale e libera professione extra moenia".

(sc)

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