Fecondazione assistita: in Toscana niente passi indietro
I dati del Centro attivo nell’Ospedale della Versilia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2004 17:07
Fecondazione assistita: in Toscana niente passi indietro<BR>I dati del Centro attivo nell’Ospedale della Versilia

FIRENZE- “Sterilità e impossibilità di concepire sono vissuti dalla stragrande maggioranza delle persone come una malattia, che come tale ha diritto di cura. Il governo taglia i fondi, stringe le maglie legislative. Ma qui in Toscana proseguiamo sulla nostra strada”. Partecipando oggi al Lido di Camaiore alla presentazione dei dati sull’attività del Centro di riproduzione assistita dell’Ospedale della Versilia, l’assessore regionale al diritto alla salute Enrico Rossi ha colto l’occasione per fare il punto della situazione alla vigilia del nuovo esame sulla legge proposta dal governo previsto per lunedì prossimo alla Camera.

“Il Centro per la fecondazione assistita dell’Ospedale della Versilia – ha continuato Rossi - è l’esempio di quanto si può fare, e fare bene, in questo campo, grazie a una normativa corretta, rispettosa delle esigenze delle donne e delle coppie, mirata a risolvere un problema realmente drammatico. Il modello realizzato in Toscana ha come obiettivo quello di favorire la vita e tutelare la madre e il bambino”.
E’ toccato al direttore generale della Ausl 12 di Viareggio Giancarlo Sassoli e al direttore del Centro professor Ettore Barale il compito di presentare i significativi risultati ottenuti in questi mesi: il 54.7% delle donne (con una età media di 37 anni) che si sono rivolte al Centro della Versilia completando il ciclo di trattamento ha ottenuto una gravidanza.

E molte di loro si erano in precedenza sottoposte anche fino a quattro trattamenti presso altre strutture. Il dato nazionale parla di successo intorno al 25% e di età media di 36 anni.
Più in generale oggi in Toscana i 18 centri pubblici e privati dove si fa procreazione assistita forniscono ogni anno 1500-2000 prestazioni, con liste di attesa sotto controllo e con un tasso di gravidanza complessiva del 30%. Moltissime coppie (il 30%) vengono da fuori regione, non trovando nei luoghi di origine una risposta altrettanto pronta, sicura e accessibile.

Il regolamento sulla procreazione assistita, approvato per la prima volta proprio dalla Toscana, prevede per le strutture private un rigoroso processo di accreditamento. Nell’ambito pubblico, grazie all’autonomia regionale in materia, vengono assicurate prestazioni non previste nei livelli essenziali di assistenza fissati da governo, a un costo sostenibile (ticket di 35 euro). Grazie a tutto ciò è stato possibile far fronte pienamente alla richiesta di interventi e, grazie a un sistema di convenzionamento, contenere il costo di ciascuno di essi a carico del sistema (1800 euro in Toscana contro i 4100 euro in Lombardia).

La forte preoccupazione espressa adesso dalle coppie interessate è quella di vedersi costrette, se la legge nazionale passerà, a rivolgersi all’estero. I risultati raggiunti in Toscana sono importanti e sono dovuti soprattutto all’impegno e alla dedizione di tanti operatori. Anche per loro l’assessore Rossi ha un messaggio: “Intendiamo aprire una discussione che possa portare a modificazioni, correzioni della legge, ad un allargamento delle sue maglie. Disponiamo di competenze per questo, relative ad esempio al tema del consenso informato o al trattamento dei pazienti positivi ad HIV”.(sc)

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