Giulio Bosetti in La scuola delle mogli di Molière nella traduzione di Giovanni Raboni
Al teatro della Pergola dal 20 al 28 gennaio (ore 20.45)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 gennaio 2004 12:53
Giulio Bosetti in <I>La scuola delle mogli</I> di Molière nella traduzione di Giovanni Raboni<BR>Al teatro della Pergola dal 20 al 28 gennaio (ore 20.45)

La scuola delle mogli si delineò fin dal suo primo apparire, il 26 dicembre 1662, come il più grande successo della carriera di Molière. Tutta Parigi accorse a vederla e, secondo i cronisti del tempo, anche il re Luigi XIV “non riusciva più a tenersi dal ridere”. La commedia suscitò scandalo e attirò ira e invidia sul suo autore; fu accusata di essere volgare, oscena, immorale. In verità, l’accusa di trivialità e la rivolta dei benpensanti erano ispirate da più prosaiche ragioni di concorrenza fra rivali: la felice creazione di una commedia, insieme seria e comica, andava infatti a cozzare contro gli interessi dei sostenitori della superiorità della tragedia, fino ad allora indiscussa protagonista delle scene parigine.


La commedia ruota intorno a un’ossessione, un’idea fissa: le corna. E pare che il matrimonio che Molière contrasse nel 1662 con Armande Béjart, più giovane di lui di ventitré anni, possa essere considerato la vera “fonte” privata dalla quale la commedia ha avuto origine. Da questo probabile e mai confessato spunto, Molière seppe dar vita a personaggi e sentimenti universali e fece del protagonista Arnolfo, uomo così possessivo e geloso da allevare nell’ignoranza del mondo la sua futura giovane moglie sperando così di preservarsi dal tradimento, uno dei caratteri più straordinari della storia del teatro.
La traduzione del testo è del poeta Giovanni Raboni, che ha optato per una combinazione di endecasillabi e settenari - i versi più usati della poesia italiana - al posto del verso alessandrino molieriano, che non ha equivalenti nella nostra lingua.

Con l’utilizzo discreto della rima baciata, è stata creata una traduzione vitale ed espressiva, che ha mantenuto la leggerezza dell’originale.
A dirigere lo spettacolo, che vedrà Giulio Bosetti vestire i panni di Arnolfo e Sandra Franzo quelli della giovane Agnese, è stato chiamato Jacques Lassalle, prestigioso regista francese, già direttore del Teatro Nazionale di Strasburgo e amministratore generale della Comedie Française, che ha già portato in scena il 9 e 10 ottobre dello scorso anno alla Pergola la versione francese di questo stesso testo.

Tra le regie molieriane di Lassalle spiccano Anfitrione, Tartufo, Georges Dandin e soprattutto un memorabile Malato immaginario, prodotto nella stagione 1994-95 dal Teatro Stabile del Veneto, protagonista sempre Giulio Bosetti. In accordo con Bosetti e con lo scenografo Guido Fiorato, Lassalle ha voluto evocare per questo adattamento le scene che Christian Bèerard disegnò per la storica messinscena di Jouvet, che fu rappresentata dal 1936 al 1951 in tutto il mondo.

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