Rapporto Ebret sull'andamento dell'artigianato toscano nel 2003

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 dicembre 2003 23:59
Rapporto Ebret sull'andamento dell'artigianato toscano nel 2003

Un artigianato in bilico tra crisi e sviluppo ma reduce da un 2003 nero. Questa è la fotografia dell’artigianato toscano che è uscita dalla presentazione del Rapporto Ebret 2003, svoltasi stamani al PalaCongressi di Firenze alla presenza dei vertici dell’Ente Bilaterale Regionale Toscano per l’artigianato (il presidente Tommaso Ausilio ed il vice presidente Viviano Bigazzi), di rappresentanti delle parti sociali (Cgil, Cisl, Uil, Cna, Confartigianato e Casartigiani), delle istituzioni della Regione Toscana (Marco Romagnoli, Direttore Generale Sviluppo Economico, e Loriano Valentini, Presidente Terza Commissione Attività Produttive) e dei consulenti del lavoro (Alessandro Signorini, Segretario Regionale Associazione Consulenti del Lavoro).
Rispetto al 2002 è aumentato del 32,6% il ricorso alla “cassa integrazione” Ebret, che ha sfiorato i 3 milioni di euro di contributi a fondo perduto erogati ed ha superato gli 11.000 lavoratori destinatari di interventi.

Si confermano al riguardo le difficoltà del Tessile Abbigliamento Calzaturifici, ma dati preoccupanti vengono ora anche dal Settore Orafo. Tra le province, continua la sofferenza di Prato ma l’aumento è generalizzato in quasi tutta la Toscana.
Allo stesso tempo, nel 2003 sono fortemente aumentati i contributi per innovazione, qualità e promozione dell’azienda: +64,94%, con oltre 600.000 euro erogati. Arezzo e Firenze fanno da capofila al riguardo. Si tratta di un segno di vitalità importante: l’artigianato toscano non si arrende di fronte alle indubbie difficoltà.

Le sospensioni temporanee: +32,6% nel 2003 per la “cassa integrazione” Ebret
E’ salito di un terzo quest’anno il ricorso alla “cassa integrazione” Ebret.

In Toscana si è passati dagli oltre 2 milioni e 200.000 euro di sospensioni erogate nel 2002 ai quasi tre milioni di euro del 2003. L’aumento è stato del 32,6%, ed accentua il dato già negativo rivelato dai dati sui primi 9 mesi dell’anno, quando si era registrato un +32,3%.
L’incremento è generalizzato per tutte le province ed i settori.
A livello di province, Pisa, Lucca, Arezzo e Prato sono salite tutte di una percentuale compresa tra il 46 ed il 50%. Pistoia è aumentata del 23%, Siena del 9,53%, Firenze del 4,63%.
Tra i settori, trova conferma la difficoltà del Sistema Moda, con il +30,67% del Tessile Abbigliamento Calzaturiero ed il +58,47% delle Pulitintolavanderie.

Il Tessile Abbigliamento Calzaturiero nel 2002 aveva assorbito quasi l’83% delle risorse della cosiddetta “cassa integrazione Ebret”: questo dato si attesta nel 2003 su livelli quasi identici, all’81,6%.
Cresce anche la crisi del settore orafo. Dagli oltre 50 mila euro erogati nel 2002 si è passati in questo 2003 a più di 166 mila euro. E’ un dato preoccupante, che a livello percentuale corrisponde ad un +228%.
Altri incrementi da non sottovalutare nel ricorso alle sospensioni Ebret si sono registrati nel 2003 nella Chimica Gomma e Vetro, nella Grafica e Cartotenica, nel Legno e Arredamento, negli Alimentaristi e nei Lapidei.

In controtendenza la Ceramica, le Imprese di Pulizia e soprattutto la Metalmeccanica, che resta su valori alti ma cala di quasi il 17% nel ricorso alla “cassa integrazione Ebret”: è uno dei pochi dati relativamente positivi di questo “anno nero” del nostro artigianato.
I lavoratori che quest’anno hanno avuto bisogno dell’Ebret sono stati 11.403: di questi, ben 11.120 sono stati messi in sospensione temporanea per un totale di 1 milione 298.502 ore di lavoro perdute indennizzate dall’Ebret.
In altri termini: in questo 2003 è come se l’Ebret avesse integrato un anno intero di salario a 650 lavoratori del comparto.

In media, questi oltre 11.000 lavoratori dell’artigianato toscano che hanno beneficiato dell’intervento Ebret per sospensione, quest’anno sono rimasti a casa senza lavorare per 117 ore ciascuno, cioè per quasi tre settimane di lavoro a testa.
E’ un nuovo record negativo nella storia dell’Ente, che batte i picchi del 1999, quando furono 8.112 i dipendenti in sospensione Ebret, e del 2002, con la nuova “punta” di 8.938 lavoratori sospesi. Nel 2003, per la prima volta, è stata superata la soglia dei diecimila lavoratori oggetto di intervento per sospensione: sono stati, come detto, 11.120.

Rispetto all’anno scorso si tratta di un +24,4%, rispetto al 2001 il dato è addirittura triplicato: allora furono solo 3.765 i lavoratori messi in sospensione Ebret. La tendenza, va da sé, è dunque molto negativa.

La crisi spinge verso l’innovazione: +64,94% nel 2003
L’Ebret ormai già da qualche anno funziona anche come strumento di promozione economica, finanziando a fondo perduto le aziende in determinate casistiche: innovazione tecnologica, internazionalizzazione o promozione della propria impresa, certificazione di qualità, certificazione etica, corsi di formazione nelle aziende dei servizi.

Qui l’aumento dei contributi erogati va visto come un dato estremamente positivo: di fronte alle difficoltà, molte aziende reagiscono puntando su innovazione e qualità.
Nel 2002 gli interventi al riguardo erano stati poco oltre i 360.000 euro. Nel 2003 si è passati a 600.000 euro, con un balzo in avanti del 64,94%.
Nel dettaglio, i finanziamenti per l’innovazione tecnologica hanno sfiorato i 480.000 euro con un incremento del 39,44%. Sono saliti fortemente anche gli investimenti per internazionalizzazione, certificazioni di qualità o etica, corsi di formazione.
L’incremento ha riguardato indistintamente tutte le province tranne Prato, che è diminuita di quasi il 9%: non è un segnale incoraggiante.

A livello di innovazione la parte del leone la fa invece Arezzo, che ha sfiorato i 190.000 euro di contributi, seguita da Firenze.
Tra i settori, guidano la classifica dell’innovazione e dello sviluppo la Metalmeccanica ed il Tessile Abbigliamento Calzaturiero; più distanziati Legno e Orafi, seguiti da Chimica, Grafica e Alimentaristi.

Il totale delle prestazioni Ebret nel 2003: +36,49%
Oltre alle sospensioni temporanee ed agli interventi per sviluppo e qualità, l’Ebret compie anche interventi per eventi eccezionali (calamità naturali e simili) e contratti di solidarietà.

Il tutto porta ad un livello complessivo di erogazioni che per il 2003 si è attestato oltre i 3 milioni e 600.000 euro, a fronte dei quasi 2 milioni e 700.000 euro del 2002: si tratta di un aumento del 36,49%.
Nel dettaglio, gli interventi a favore dei dipendenti hanno superato i 3 milioni di euro (+32,33% rispetto al 2002), mentre quelli nei confronti delle imprese hanno oltrepassato i 600.000 euro (+61,38%).
Gli interventi operati sono stati complessivamente 3.595 contro i 2.679 del 2002 (+34,19%), a favore di 11.403 lavoratori a fronte dei 9.170 dell’anno precedente (+24,35%).

Le ore di lavoro perduto indennizzate dall’Ebret sono passate da 1.027.510 a 1.317.607 (+28,23%). Le aziende beneficiarie di contributi sono salite da 218 a 425 (+94,95%).

Un periodo difficile: quasi 6 milioni di ore di lavoro perdute integrate negli ultimi 6 anni
Guardando più in generale agli ultimi sei anni di interventi, l’Ebret ha erogato oltre 18 milioni e mezzo di euro, per un totale di 16.845 interventi, di cui 3.595 nel solo 2003. In sei anni l’Ente è intervenuto a sostegno di 45.106 lavoratori e di 4.934 aziende, indennizzando quasi 6 milioni di ore di lavoro perdute.
Complessivamente, nei sei anni del periodo 1998-2003 l’Ebret ha erogato oltre 18 milioni e mezzo di euro: quasi 14 milioni e mezzo a favore dei lavoratori, oltre 3 milioni di euro per le imprese ed 1 milione di euro per i progetti territoriali, un tipo di prestazione nuovo che risponde a logiche di sistema e di rete legate ai singoli settori e territori.

Il commento dei vertici Ebret
Il presidente dell’Ebret, Tommaso Ausilio, commenta così i dati: “Sono numeri importanti ma dobbiamo tenere ben presente il quadro di crisi generalizzata nel quale tutti ci stiamo muovendo.

L’artigianato non poteva certo sfuggire a questa situazione di difficoltà. La crisi c’è ma l’ottimismo viene dall’aumento degli investimenti per innovazione e qualità: è segno che le aziende continuano a credere nel proprio lavoro. La ripresa deve ripartire da qui.”
Così il vice presidente dell’Ebret, Viviano Bigazzi: “In un periodo di difficoltà dell’artigianato toscano l’Ebret ha risposto ai problemi attivamente salvaguardando il reddito e l’occupazione per oltre 11.000 lavoratori ed indennizzando più di un milione di ore di lavoro perdute.

Sono dati significativi ed indice di una situazione da monitorare, ma senza allarmismi. Speriamo sinceramente che il periodo più brutto della crisi sia alle spalle e che si comincino ad intravedere quei segnali di ripresa che tutti auspichiamo.”

In breve: il “chi è” dell’Ebret
L’Ebret è l’Ente Bilaterale Regionale Toscano per l’artigianato e nasce in Toscana alla fine del 1990. L’Ente ha come soci fondatori le associazioni datoriali (Cna, Confartigianato e Casartigiani) ed i sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil).

Iscritti all’Ebret sono circa 16.400 aziende e 67.000 lavoratori dell’artigianato toscano. Dallo scorso 8 luglio 2003 l’Ebret ha un nuovo Consiglio di Amministrazione: presidente è Tommaso Ausilio, vice presidente Viviano Bigazzi. Presidente della Consulta Tecnica dell’Ebret è invece, dalla stessa data, Emanuele Berretti. Il direttore dell’Ente è Giovanni Pacchini.

In evidenza