Il Baciamano al Teatro di Rifredi da martedì 4 a sabato 8 novembre alle ore 21.00

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2003 15:24
Il Baciamano al Teatro di Rifredi da martedì 4 a sabato 8 novembre alle ore 21.00

Napoli 1799: per le vie della città la reazione borbonica spegne nel sangue e nella barbarie la disperata resistenza della Repubblica Partenopea. Finisce cosi quel sogno politico e culturale che aveva infiammato il cuore e la mente della migliore gioventù liberale del tempo. Contro un siffatto fondale di ferro e fuoco una popolana, incattivita da un esistenza fatta di violenze e di miserie, viene fortunosamente a contatto con un gentiluomo Giacobino, tipico esponente del partito in disgrazia. Tra i due si instaura un complesso rapporto di incomprensioni e di stizze, ma anche di sorprese e di ambiguità.

Un altalena di sentimenti contraddittori fa da sottotesto alle grottesche modalità attraverso le quali due esseri tanto diversi tra loro cercano di esplorarsi a vicenda. Spinti, l’uno dal desiderio di gettare comunque un seme da cui possa nascere un mondo migliore, l’altra da un irrisolto bisogno di tenerezza, i due protagonisti riescono alla fine a raggiungere una poetica intesa, nell’illusione di rendere meno spietata l’inevitabile conclusione della vicenda.
Santanelli ci propone con questo suo Baciamano una macchina teatrale che offre spunti di significativo interesse al lavoro degli attori, e che svela le sue qualità a partire da una pretesa di essere "operina minore", innocente ed inoffensiva.

Il segreto è nel ritmo serrato dello sviluppo narrativo, nella presenza a tutto tondo dei personaggi. La trama, pure suggerita da eventi e vicende suffragate da "vero storico", scavalca ben presto i limiti dell'etica comune e della pretesa verità per consegnare l'evento a un ambito d'incredulo stupore, di sconcerto, dove l'efferatezza del gesto sfugge alla consuetudine dei percorsi quotidiani e si ritaglia piuttosto uno spazio in un immaginario da letteratura "noir", tracciando lividi paesaggi in cui la soglia fra umano e bestiale è tanto labile da permettere continui sconfinamenti tra i due piani.

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