Tiene ancora l'occupazione in provincia di Firenze nonostante tutto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 Ottobre 2003 17:28
Tiene ancora l'occupazione in provincia di Firenze nonostante tutto

L'analisi dei dati occupazionali effettuata dalla Camera fiorentina in occasione della presentazione dei risultati del Sistema Informativo "Excelsior" prefigura a fine anno 2003, una crescita di oltre 5.300 unità lavorative alle dipendenze corrispondente ad un saldo pari al +2,3%. Quindi - pur se in tono lievemente più basso rispetto ai contesti nazionale e regionale, cresciuti rispettivamente del 2,4% e del 2,5% - una dinamica provinciale del mercato del lavoro ancora positiva ma, comunque, in decelerazione rispetto al trend manifestato negli anni precedenti, conseguenza anche dell'attenuazione del clima di fiducia espresso dalle nostre imprese che, hanno scontato, nella formulazione delle risposte, gli effetti del rallentamento ciclo economico internazionale.
E' il caso peraltro di notare come, sul piano occupazionale, per le attività collegate al turismo venga segnalato per il 2003 un tasso di variazione nettamente inferiore alla media provinciale (+1,7%).
Sul piano territoriale è migliore, rispetto alla media provinciale, la situazione attesa per l'occupazione relativamente alle aree del Circondario empolese-valdelsa (+3,1% l tasso di crescita previsto) e della Comunità montana della Montagna fiorentina (+3,8%) mentre valori di crescita più contenuti interesseranno il Mugello (+2,2%).
Nel corso dell'incontro seminariale è stato presentato anche un rapporto di approfondimento dei risultati di Excelsior, curato da ricercatori del Dipartimento Statistica dell'Università di Firenze, dal quale si evidenzia come sia tuttora forte il mismatch fra la domanda di lavoro espressa dalle imprese fiorentine e l'offerta in rapporto sia al titolo di studio che al gruppo professionale richiesto.

Permane preminente, infatti, la quota di assunti con un basso profilo formativo mentre risulta ancora inadeguato il ricorso a qualifiche a pi~ elevato contenuto tecnico-professionale.
Ma l'iniziativa è stata utile anche per fornire alcuni flash sullo stato dell'economia nel suo complesso.
Sulla base dell'analisi camerale, se il 2002 Ë stato indicato come l'anno della "mancata ripresa", anche questa prima parte dell'anno sembra confermare come le prospettive di ripresa dell'economia provinciale tendano ad allungarsi ulteriormente spostando la fase di recupero a partire dall'inizio del prossimo anno.
Una situazione che presenta, indubbiamente, dei rischi per le principali specializzazioni produttive provinciali (sistema-moda, metalmeccanica ed altre attività manifatturiere) considerata la loro forte dipendenza dal mercato internazionale.

In particolare, continua a destare preoccupazione l'andamento dei flussi di esportazione: il trend relativo al valore esportato nel 2002 e in questa prima parte del 2003 (con variazioni tendenziali negative rispettivamente del 3% e del 3,3%) conferma le difficoltà che le nostre imprese stanno incontrando sui mercati (ed in particolare sui mercati di sbocco tradizionali, europeo e nord-americano), pur in presenza di timidi segnali di recupero per alcune produzioni "tradizionali" del manifatturiero provinciale quali quelle del tessile-abbigliamento (in crescita nel primo semestre 2003 dell'1,9%) e, soprattutto, delle pelletterie (+10,6%), produzioni che, però, è il caso di ricordare, avevano già subito flessioni marcate nel 2002 (-3,5% per le prime, -14% per le seconde).
La stessa composizione delle esportazioni in base al contenuto tecnologico dei prodotti commercializzati evidenzia come la nostra provincia risulti pi~ vulnerabile rispetto ai principali sistemi locali del Nord Italia basandosi prevalentemente su "prodotti tradizionali e standard" che, notoriamente, sono più esposti alla concorrenza da parte di Paesi emergenti e più sensibili alle variazioni dei mercati.
Quanto alla dinamica imprenditoriale provinciale, se permangono ancora valutazioni nel complesso positive (alla fine del primo semestre 2003 lo stock di imprese si Ë incrementato rispetto all'anno precedente dello 0,9%) si pongono interrogativi circa la capacità di tenuta dell'apparato imprenditoriale che, nel periodo 2000-2003, ha visto una fase di graduale decelerazione nel ritmo di crescita delle imprese attive, passando dal 2% del 2000 allo 0,9% del 2003.
Decisamente ancora deludente, poi, il quadro della congiuntura industriale (con una produzione in stallo ed una domanda in evidente calo) e, soprattutto, artigiana (con una caduta verticale del fatturato).

Soltanto il settore dell'edilizia continua a registrare progressi (+ 3,8% il tasso di incremento tendenziale dell' attività nel primo semestre 2003).
Quanto alle prospettive a breve termine, le stime previsionali - effettuate sulla base degli scenari disegnati dai principali centri studi della congiuntura - sembrano prefigurare a fine anno 2003 per la nostra realtà provinciale una crescita del PIL assai modesta (+0,7%) che dovrebbe essere accompagnata da una crescita pressochË nulla delle esportazioni, dal consolidamento della base occupazionale (+1,1%) e da un lieve incremento della spesa per consumi da parte delle famiglie.
Il ridimensionamento delle prospettive 2003 rende anche più caute la valutazioni per l'anno 2004 che comunque dovrebbe registrare elementi più diffusi di miglioramento.

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