Un no convinto alle ingerenze della religione nella politica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2003 00:06
Un no convinto alle ingerenze della religione nella politica

Sarà ribadito dalla delegazione radicale, composta da rappresentanti delle associazioni della Toscana, nel corso delle consultazioni sul nuovo statuto previste per lunedì 13 ottobre in Consiglio regionale.
"La richiesta sempre più pressante da parte dei vescovi di inserire un riconoscimento esplicito alla famiglia fondata sul matrimonio nel nuovo statuto regionale -afferma Antonio Bacchi, Segretario associazione radicale "Andrea Tamburi"- deve essere respinta con fermezza da parte di tutti coloro che hanno a cuore il principio della laicità della politica.

Non si tratta di condannare la posizione della Chiesa cattolica, quanto la sua pretesa di condizionare la politica e di imporre la propria etica a tutti i cittadini, anche ai non credenti. Dispiace, ma non sorprende, vedere politici che siedono in Consiglio regionale comportarsi più come portavoce del clero piuttosto che come rappresentanti del popolo che li ha eletti. Il loro impegnarsi rappresenta una vera e propria campagna discriminatoria verso tutti quei cittadini, sempre più numerosi nel nostro paese e nella nostra regione, che rifiutano il matrimonio pur volendo convivere con la persona che amano, e che se passasse la linea vescovile si ritroverebbero condannati allo status di cittadini di serie b.
Di fronte a queste pressioni per un riconoscimento all’interno dello statuto della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio, sarebbe però altrettanto un errore pensare di risolvere il problema aprendo una sorta di trattativa sulla "tutela in più" o "sul diritto in meno" da inserire oppure no nel nuovo testo statutario.

Quando si parla di diritti e tutele non si è semplicemente davanti a materia da statuto, per il fatto stesso che la loro percezione non è costante nel tempo ma si evolve con le trasformazioni della società. Per questo motivo meglio sarebbe che lo statuto regionale fosse scevro da qualsiasi elenco di diritti e tutele che già tra pochi anni potrebbe rivelarsi datato e inadeguato".

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