Al Parco Regionale della Maremma I ponti di Baghdad, Oriente e Occidente, Sguardi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2003 19:29
Al Parco Regionale della Maremma I ponti di Baghdad, Oriente e Occidente, Sguardi

Si inaugura sabato 4 ottobre ad Alberese, presso il rinnovato centro visite del Parco regionale della Maremma, la mostra "I ponti di Baghdad, Oriente e Occidente, Sguardi", La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino al 30 novembre con orario dalle 8 alle 14. L'obiettivo è quello di stimolare il visitatore a prendere coscienza dei punti di vista di realtà e culture, quella orientale e quella occidentale, profondamente diverse che si sono trovate di fronte drammaticamente in occasione delle ultime guerre, sollecitando sguardi reciproci.
Il percorso si articola tra le sculture di Antonio Spizzirri, le foto di Franco Pagetti e i quadri del pittore Jaber.

L'ingresso è gratuito. Per una visita guidata è possibile rivolgersi al numero 0564-407098.
Enigmatica è la scultura di Antonio Spizzirri "I ponti di Baghdad" che dà il titolo alla mostra, un totem con una fronte orientaleggiante fatta di punti concentrici a spirale e un retro che comincia a modificarsi in volumi aggettanti simbolo di un ordine precostituito che è stato compromesso dall'arrivo della nuova realtà. "Scene di Baghdad", uno dei quadri esposti di Jaber, ritrae donne che svolgono azioni di vita quotidiana sotto lo spettro costante dei bombardamenti e dell'agguato.

In "Carri armati", una delle foto in mostra del reporter Franco Pagetti è fermato l'attimo in cui la popolazione locale osserva il passaggio "dell'altro". Culture che si mescolano, ma anche il contrasto tra la guerra e una quotidianità stravolta messa in luce da una bicicletta in terra e il ragazzo mutilato sullo sfondo del passaggio dei carri armati. Le sculture di legno di Antonio Spizzirri descrivono una realtà medio orientale, connotata in maniera ben definita che da un certo momento comincia a modificarsi.

Lo scultore ha come caratteristica di usare come materia prima solo materiali già reperibili in natura senza ricorrere all'abbattimento di alberi su commissione. Si serve di legni tagliati dopo la pulizia del sottobosco, travi di case in disuso, alberi nodosi, inutilizzabili in falegnameria, che gli vengono donati, tutto nel pieno rispetto della natura.
Il reporter Franco Pagetti immortala nelle sue foto lo sviluppo degli eventi dai primi giorni di guerra fino agli esiti più drammatici del conflitto, donandoci una testimonianza lucida e reale di quanto è accaduto.

Le scene di vita quotidiana a Baghdad nei giorni dell'occupazione, con i nuovi scenari che si aprono dalla variata condizione del dopo guerra, hanno come protagonista assoluto l'uomo, ritratto nei suoi sentimenti primari di dolore, paura, disperazione. Le immagini evidenziano le conseguenze tragiche del conflitto e stimolano la riflessione su come un diverso incontro tra culture può avverarsi solo dalla reciproca volontà di ricominciare a costruire da ciò che la guerra ha distrutto e spezzato.


Jaber è un artista iracheno che da anni vive e lavora in Italia. Viene da domandarsi se Jaber si senta più iracheno o italiano. A noi piace dire che è un artista e un uomo in cui convivono e confluiscono le esperienze umane più diverse e gli echi della pittura europea, i colori e le usanze della terra mediorientale. La sua pittura parla della terra, della guerra, delle donne e il colore ha un ruolo fondamentale nel plasmare la materia. I suoi personaggi, materici tocchi di colore che si mescolano a suscitare emozioni, ci restituiscono il fascino di un mondo lontano dove anche il paese che lo ospita da tempo ha un ruolo importante nel fornire spunti all'ispirazione.

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