Martini al governo: «Condono edilizio? Qui da noi no»
Gli assessori fiorentini Albini e Biagi: "Inutile, immorale e aberrante. Alimenta la cultura dell'impunità"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 settembre 2003 19:53
Martini al governo: «Condono edilizio? Qui da noi no»<BR>Gli assessori fiorentini Albini e Biagi:

FIRENZE- Il condono edilizio annunciato dal governo Berlusconi non avrà valore in Toscana. “Varranno le conseguenze penali, per cui chi vi ricorrerà eviterà strascichi in procura e vedrà il reato cancellato” puntualizza il presidente Martini nel parco della villa Il Mulinaccio a Vaiano, durante una pausa della giunta programmatica. “Su questo – aggiunge - il governo è sovrano. Ma in materia urbanistica è la Regione competente e la giunta, oltre a ricorrere alla Corte costituzionale, predisporrerà una proposta di legge in cui dichiarerà nulle le conseguenze amministrative”.

Tradotto: il piano rialzato senza concessione edilizia o il casotto abusivo dovranno essere ugualmente demoliti. “L’abusivismo edilizio in Toscana - aggiunge l’assessore al territorio, Riccardo Conti - è sotto controllo, ma non intendiamo premiare chi non rispetta le regole”. Martini sintetizza il tutto con una battuta: “Condono edilizio? Qui da noi no: al di là del merito ambientalistico, per una questione di principio”. Il secondo provvedimento allo studio della giunta riguarda invece gli anziani: 110 mila quelli che hanno bisogno di assistenza.

“Ad una tassa solo per mantenere i servizi esistenti siamo contrari”, spiega Martini. “L’attuale spesa corrente va mantenuta in piedi con il bilancio così come è ora, senza inasprimenti fiscali”. Ad oggi 220 milioni di euro del bilancio regionale se ne vanno ogni anno per gli anziani non autosufficienti. “Per fornire servizi aggiuntivi che oggi non esistono o che in certi casi sono insufficienti – aggiunge il presidente della Toscana – stiamo però valutando la possibilità di una partecipazione alla spesa allargata a tutti i cittadini toscani.

Oggi l’assistenza degli anziani non autosufficienti è sulle spalle dei bilanci pubblici e delle famiglie che hanno un anziano non in grado di provvedere a sé. Il contributo di solidarietà a cui pensiamo e che stiamo studiando è quello già messo a punto dalla provincia di Bolzano e che prevede la partecipazione appunto di tutti i cittadini”. Potrebbe essere una parte dell’addizionale Irpef, ma la Finanziaria per il 2004 che il governo sta preparando pare bloccare ogni intervento sulle aliquote Irpef e Irap, le uniche due imposte su cui le Regioni hanno possibilità di manovra.

Ma tema centrale della giunta programmatica di stamani a Vaiano è stata la situazione economica e come aiutare la ripresa. “Il filo conduttore della stagione autunno-inverno – commenta il presidente Martini - sarà come aiutare l’economia. Serve anzitutto un nuovo patto per la l’occupazione e per lo sviluppo con le categorie economiche. L’attuale risale al 1996: quando non c’era l’euro, non c’era la globalizzazione e neppure il nuovo titolo V della Costituzione che concede nuovi poteri alle Regioni.

Naturalmente serve che anche il governo faccia la sua parte. Su industria ed artigianato non tutte le competenze sono nostre. Ma con il ministro Marzano o con il vice ministro Miccichè, invitati a più riprese, in due anni non abbiamo mai avuto modo di parlare. Predisporremo un pacchetto di richieste specifiche al governo”. Intanto domani l’assessore alle attività produttive Ambrogio Brenna sarà a Bruxelles, alla testa di una delegazione di imprenditori pratesi e toscani per discutere dei problemi di import ed export.

Martini sabato sarà invece in Cina. “Per pilotare nuove opportunità di sviluppo per la nostra economia – spiega - ma anche per mettere bene in chiaro che la competizione dovrà svolgersi sul terreno della qualità e non della squalità, evitando fenomeni di dumping sociale ed economico dannosi per entrambi: per gli italiani e per i cinesi”.
"Inutile dal punto di vista economico, immorale nel rapporto coi cittadini, aberrante sotto l'aspetto politico". E' il giudizio degli assessori al patrimonio Tea Albini e all'urbanistica Gianni Biagi, alla luce dell'ipotesi di condono edilizio prospettata dal governo e che dovrebbe essere uno dei cardini della nuova Legge Finanziaria.

"In questo modo che riteniamo politicamente scorretto e moralmente ingiusto - ha sottolineato l'assessore Albini - si alimenta la cultura dell'impunità. Dove si fa diventare lecito quasi tutto. Questo sistema fa pensare che tutto è possibile, basta pagare. Io sono invece fermamente convinta che non sia questo il modello da seguire. In questo modo non si fa né politica né cassa". L'assessore Albini, anche in qualità di coordinatrice nazionale della Consulta Casa dell'Anci, ha annunciato di voler coinvolgere altre città per iniziative comuni contro l'ipotesi governativa.

"A Firenze - ha proseguito l'assessore Albini - il fenomeno non riguarda molti abusi e questi non hanno molta consistenza. Di questo bisogna dare atto al lavoro attento dell'Amministrazione Comunale e anche di quelle precedenti. Si tratta, secondo nostre stime, di 6-7000 pratiche che porteranno comunque molto lavoro agli uffici comunali. Abbiamo calcolato che, a fronte di un introito di circa 10.000 euro, spalmati su cinque anni, l'Amministrazione Comunale ha costi certi di oltre 5.500, cui si devono aggiungerne altri non quantificabili".

Le domande esaminate, che riguardano i condoni del 1985 (80.000) e del 1994 (8.000), hanno impegnato 50 addetti (20 di ruolo e 30 non di ruolo), oltre alla ditta esterna che ha vinto la gara di appalto. "Il grande sforzo profuso per la gestione del condono del 1994 - fa notare l'assessore Biagi - non ha portato importanti risorse nelle casse comunali. Anzi, le esperienze passate hanno dimostrato che, oltre a un pessimo messaggio culturale e morale, ha avuto come conseguenza una consistente crescita nelle spese per le pratiche amministrative e opere di urbanizzazione.

A Firenze l'entrata in vigore nel nuovo piano regolatore poi ha sanato una serie di situazioni. Di questo condono non sentono il bisogno né i cittadini né l'Amministrazione Comunale. Vorrei anzi sapere qual è in proposito, il pensiero dei ministri Matteoli e Lunardi?".

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