Indagine su come i giovani, e gli stessi addetti ai cantieri edili vedono la figura del muratore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 Luglio 2003 08:02
Indagine su come i giovani, e gli stessi addetti ai cantieri edili vedono la figura del muratore

Il muratore è il mestiere che i giovani ritengono in assoluto meno dignitoso, inferiore a quello dell’idraulico, dell’elettricista, del metalmeccanico, dell’agricoltore e lo confondono con il manovale. Lavorare in un cantiere vuol dire esporsi alla polvere, al rumore, al freddo intenso e al caldo torrido ma, soprattutto, alla fatica e al rischio. E’ questa la percezione del lavoro edile che emerge tra i giovani - che spiegherebbe la mancanza di interesse verso questo lavoro - secondo l’indagine “L'immagine del lavoro nell’Edilizia”, promossa dalla sezione edilizia di Assindustria Firenze, con il contributo della Camera di Commercio di Firenze, e realizzata dall’Istituto Freni.

La ricerca, durata oltre tre mesi, ha previsto oltre 600 interviste rivolte agli studenti del IV corso di otto istituti, tecnici e professionali, ed operai edili.
“Di fronte alla costante carenza di manodopera qualificata, e ad una scarsa partecipazione ai corsi della scuola edile, abbiamo voluto questa indagine - ha spiegato il presidente della sezione edilizia di Assindustria Domenico Lapenta, nel presentare i risultati - per capire le ragioni del “rifiuto” e i punti di forza del settore”.

“I dati saranno la base di una campagna di comunicazione che, esaltando i valori di questo lavoro, servirà a riavvicinare i giovani”. Ma cosa pensano davvero gli studenti del lavoro edile? Motivati, nella scelta di un’occupazione, da stipendio, sicurezza, possibilità di carriera e disponibilità di tempo libero (ferie nel periodo estivo e libertà il fine settimana), nell’opinione degli intervistati, il lavoro del muratore sembra soddisfare solo in parte queste condizioni. Gli aspetti positivi riconosciuti all’attività (all’aria aperta, manuale, variegato, di squadra, socialmente utile e sicuro) non riescono a compensare queste controindicazioni e, se il 62% appare disponibile ad entrare nell’industria edile, non lo sarà per le mansioni manuali, perché potrebbe comprometterne il look.

Solo il 16% dei giovani appare interessato all’attività di operaio. Opposta è l’opinione degli operai edili. Chi lavora nei cantieri è, infatti, orgoglioso e lo fa per scelta. Apprezza aspetti come la possibilità di lavorare all'aperto (sinonimo di libertà e autonomia), la creatività manuale, la mancanza di monotonia e la stessa fatica fisica diventa un plus perché “serve a mantenersi attivi e fisicamente in forma”. E’ gratificato perché gli vengono riconosciute le competenze e considera un valore il lavorare in squadra ed i rapporti interpersonali.
Il vero punto di forza dell’occupazione nell’edilizia, secondo tutti, è la sicurezza del posto di lavoro.

In controtendenza con i più importanti settori industriali, l’occupazione nell’edilizia è , infatti, aumentata negli ultimi due anni di 130mila unità, incrementando il numero dei lavoratori dipendenti (+4,2%) contro una diminuzione di lavori autonomi (-0,5%).
“Questi pochi numeri, insieme al dato che riguarda gli infortuni (diminuito del 10% contro una media nazionale che si attesta nei vari settori al +3%) - ha sottolineato Lapenta - dimostrano quanto l’immagine del lavoro nell’edilizia si discosti dalla realtà”.

Da qui, nasce l’esigenza della campagna di comunicazione “Si tratta di rendere visibile quello che è al momento non visibile”.
Secondo gli intervistati, nell’evoluzione dell’immagine del lavoro nell’edilizia avrà un ruolo importante il crescente inserimento di personale femminile anche nelle mansioni manuali, almeno come autiste, decoratrici, stuccatrici ma con riserva come manovale e muratore. Il miglioramento sul piano della sicurezza e dell’incolumità fisica, grazie all’introduzione di nuovi macchinari e tecnologie, sarà un altro fattore decisivo perché il mestiere del muratore passi da una considerazione marginale, con il quale viene oggi percepito, all’immagine di un settore avanzato in linea con le moderne esigenze del mercato.
“Per arrivare a questo risultato, - ha concluso - tutti gli attori dello sviluppo e le imprese, in primo luogo, dovranno lavorare in sinergia.

Grandi, piccole e medie aziende e le imprese specialistiche dovranno dare vista a nuove alleanze per ottimizzare le risorse, moltiplicare i risultati e realizzare serbatoi di informazione condivisa”. “Essere competitivi significa crescere, riqualificarsi, innovare, investire in conoscenza. L’edilizia è parte integrante delle nostre tradizioni e della nostra cultura”.

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