Porto di Livorno: attivato il ricorso al Tar e alla Corte costituzionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 Luglio 2003 07:17
Porto di Livorno: attivato il ricorso al Tar e alla Corte costituzionale

FIRENZE- La giunta ha attivato il ricorso al Tar del Lazio e alla Corte costituzionale sul commissariamento del porto di Livorno: la decisione è stata presa nella seduta di ieri. Ad annunciarlo, in un intervista rilasciata al Tg toscano di Rai 3, è stato il presidente della Toscana Claudio Martini. “Sono state violate in maniera evidente le prerogative della Regione – ha spiegato il presidente – Il governo non ha ricercato l’intesa prevista dalla legge e la procedura è quindi del tutto illeggitima.

Ma porteremo la questione anche alla conferenza dei presidenti che si riunirà nei prossimi giorni a Roma. Raccorderemo la nostra protesta a quella che si svilupperà in parlamento”. “Si tratta certamente di una questione di metodo, in quanto sono state violate tutte le norme – ha proseguito Martini, illustrando i contenuti del ricorso – ma si tratta di una questione anche di merito perché con un commissario il porto di Livorno non ha una vita compiuta. Può fare solo ordinaria amministrazione e questo costituisce un grave danno per la città, per il cantiere e anche per la prospettiva di crescita di questo porto che è il più importante della Toscana: una penalizzazione forte dunque per la nostra economia”.
Sulla responsabilità degli enti locali livornesi che non si sarebbero trovati d’accordo sollevata dal ministero, Martini replica: “Il ministro Matteoli dimostra in questo caso di essere un uomo di partito e non di Stato, perché fa ragionamenti politici e non istituzionali”.

“Non sono i Comuni e gli enti locali – conclude Martini - che devono trovare l’accordo, ma il Governo e la Regione tra di loro. Sono numerosi i casi in cui dagli enti locali arrivano proposte diverse e spetta poi a Governo e Regione trovare la sintesi. Il governo in questo caso non l’ha ricercata e quindi ha violato la legge. Mi sembra che Matteoli confonda le sue esigenze di potere con la logica istituzionale che in questo caso deve essere rispettata fino in fondo”.

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