Ascanio Celestini venerdì a Pisa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2003 08:17
Ascanio Celestini venerdì a Pisa

PISA- Ascanio Celestini, straordinario narratore di memorie private e collettive, dotato di un'ironia sorridente e gentile, è entrato a buon diritto nel novero di quegli autori-attori – Marco Paolini, Laura Curino, Marco Baliani – che hanno saputo restituire al teatro la dimensione originaria dell'arte dell'incontro, avvolgendo e coinvolgendo il pubblico nelle loro pulsanti affabulazioni.
Tra i lavori di Celestini più coinvolgenti, qualche anno fa si segnalò RADIO CLANDESTINA, sottotitolo "Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria", che finalmente arriva anche a Pisa, nell'ambito della Rassegna "Conflitti - frammenti di un teatro necessario" organizzata dal Teatro di Pisa e da Sant'Andrea Teatro in collaborazione con la Stazione Leopolda: di scena alla Stazione Leopolda venerdì sera (11 aprile, ore 21.15).
Presentato per la prima volta tre anni fa a Roma, in forma di studio, nella cella n.11 del famigerato ex carcere nazista di via Tasso (oggi Museo della Liberazione) e trasmesso in diretta su Rai Tre in occasione del 57° anniversario dell'azione partigiana di via Rasella, RADIO CLANDESTINA trae origine dal bel libro di Alessandro Portelli L'Ordine è già stato eseguito (Donzelli editore, Premio Viareggio 1999), un testo di grande tensione civile e morale che attraverso le testimonianze di duecento intervistati, di cinque generazioni e di diversa estrazione sociale e politica, ricostruisce e contestualizza la strage delle Fosse Ardeatine in una dimensione di grande respiro corale, ancora oggi non archiviabile, e ristabilisce la verità documentale della totale e assoluta responsabilità nazista nel feroce eccidio.
Seduto su una sedia, con in mano una lampadina ad illuminare questo o quel particolare del proprio viso, Celestini intesse un vero e proprio minuzioso affresco della memoria, a partire dai giorni nostri: una donna analfabeta chiede all'io narrante di leggerle i cartelli che segnalano appartamenti in affitto.

Da lì il ricordo va a coloro che chiedevano al nonno di farsi leggere i proclami dei tedeschi e via via, in una serie di rimandi, dando voce ai personaggi minuti, a quegli uomini e a quelle donne che vivono spesso con fatica la quotidianità, ignorati dalla Storia, risale fino all'Ottocento, alle migrazioni per l'edificazione di Roma capitale, per poi tornare all'avvento del fascismo, alle leggi razziali, alla guerra e ai bombardamenti, all'8 settembre, ai giorni dell'occupazione, fino a quella fatidica fine marzo del '44.
Sottolineato dalle musiche di Matteo D'Agostino, si snoda così per poco più di un'ora un racconto severo ed emozionante, privo di qualsiasi accento retorico, cesellato su intonazioni sommesse e su un candore poetico e lievemente trasognato, che dà vita e corpo a un intero popolo, alla sua memoria mai sopita, alla sua identità collettiva , riattualizza un orrore pesante come un macigno, coinvolge e commuove.
Biglietti (8 euro) in prevendita al Botteghino del Teatro Verdi e, la sera dello spettacolo, direttamente alla Stazione Leopolda.

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