Convegno nazionale sulla scuola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2003 12:44
Convegno nazionale sulla scuola

Giovedì è in programma a Firenze, su iniziativa della Provincia, del CIDI, dell’ANDIS e dell’Istituto degli Innocenti, un convegno nazionale sui problemi della scuola. I lavori sono stati presentati questa mattina in Palazzo Medici Riccardi dal vicepresidente ed assessore alla pubblica istruzione della Provincia Piero Certosi. Sedi del convegno, che ha per titolo “L’autonomia della scuola ed i suoi protagonisti”, saranno al mattino l’Istituto degli Innocenti, al pomeriggio l’Istituto tecnico Salvemini di via Giusti. Dopo i saluti di Daniela Lastri e Cesare Angotti e le relazioni d’apertura di Piero Certosi e Carlo Fiorentini, il presidente nazionale del CIDI, Domenico Chiesa, parlerà sul tema “La scuola che vogliamo”; Norberto Bottani, dell’OCSE, tratterà “I rischi dell’autonomia alla luce delle esperienze internazionali”; Franco Cambi, dell’IRRE, toscana affronterà il passaggio “Dalla scuola del programma alla scuola del curricolo”; Armando Rossini, dell’ANDIS, tratterà “Il ruolo del dirigente scolastico nella scuola dell’autonomia”.

Chiuderà gli interventi del mattino quello dell’assessore regionale all’istruzione Paolo Benesperi. Nel pomeriggio prosecuzione in forma di workshop sul curricolo verticale nelle aree linguistica, espressiva, matematica, scientifica e storica; sulla scuola dell’infanzia; sull’area interculturale; sulla valutazione e l’autovalutazione; sull’etica pubblica; sull’obbligo formativo. “L’autonomia scolastica - ha detto oggi Certosi - continua a costituire una grande opportunità per la riqualificazione della scuola pubblica: attribuisce infatti alle scuole e agli insegnanti la possibilità di effettuare scelte importanti per generalizzare il rinnovamento dell’insegnamento dei saperi fondamentali. La scuola pubblica potrà continuare nel lungo periodo a svolgere un ruolo decisivo in una società democratica, così come la Costituzione le attribuisce, se riuscirà sempre più ad essere una scuola di qualità per tutti, a garantire competenze adeguate a tutti nelle discipline fondamentali, quali ad esempio, nella scuola di base, lingua, storia, matematica scienze ed arte. Ciò è possibile se si abbandona l’organizzazione tradizionale delle discipline che è funzionale ad una scuola elitaria e selettiva.

Se si abbandonano approcci riduzionistici nella progettazione curricolare e si assumono impostazioni complesse. Se si vuole, infatti, una scuola di qualità per tutti non si può separare la ricerca dei saperi essenziali dall’individuazione di metodologie e modalità relazionali significative sia sul piano cognitivo che motivazionale. L’autonomia scolastica, che costituisce ancora oggi una grande opportunità, potrebbe, tuttavia, avere effetti opposti. Si dovrà agire, allora, in modo da evitare che il suo fulcro sia costituito dall’ampliamento dell’offerta formativa, e più in generale da una miriade di progetti non connessi alle discipline fondamentali.”(mr)

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