Crisi Iraq: stanotte l'inizio della guerra
Fiorentini in Somalia deportati per ragioni di sicurezza in Kenia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2003 07:30
Crisi Iraq: stanotte l'inizio della guerra<BR>Fiorentini in Somalia <I>deportati</I> per ragioni di sicurezza in Kenia

La seconda guerra del golfo è cominciata ufficilamente stanotte alle 3 e 35, un'ora e mezza dopo la scadenza dell'ultimatum.

Nel silenzio più totale intanto, in Somalia ricercatori e cooperanti toscani dei progetti internazionali sono stati prelevati dalle autorità locali ed evacuati con autobus in Kenia per ragioni di sicurezza. E' successo ieri mattina, ma i familiari in Italia hanno avuto soltanto notizie frammentarie, prevalentemente dagli alberghi dov'erano alloggiati i loro cari.

Con le linee telefoniche filtrate da giorni, ancora per ragioni di sicurezza, le famiglie degli operatori internazionali hanno provato a raccogliere informazioni presso l'Unità di crisi del Ministero degli Esteri, che tuttavia li riniviava all'Ambascita italiana in Kenia. A Nairobi però gli uffici chiudevano nel pomeriggio, con il risultato di lasciare nello sconforto molte persone. Più tardi è stato possibile ristabilire contatti telefonici.

Situazione traquilla all'esterno della base dell'esercito americano a Camp Darby a Tirrenia, dopo l'inizio del conflitto.

La base è a penultimo livello di allarme ("Charlie").
Oggi pomeriggio manifestazione a Firenze indetta da CGIL-CISL-UIL alle 17 contro l'inizio della guerra.
«In un momento come questo non potevamo non riunirci». Con queste parole il presidente del consiglio comunale Alberto Brasca ha aperto ieri sera la seduta straordinaria dell'assemblea di Palazzo Vecchio dedicata alla guerra in Iraq. «Il consiglio comunale - ha aggiunto Brasca - rappresenta tutta la città: ci siamo riuniti per riflettere insieme, per vedere se riusciamo a entrare in sintonia con il disagio che in queste ultime ore c'è in città e nel resto del mondo».

«Ma ci siamo riuniti - ha concluso il presidente del consiglio comunale - anche per portare il nostro contributo, pur piccolo che sia. Dietro questa guerra si gioca la partita di chi governa il mondo. Gli scenari possibili sono due: o andiamo verso un mondo governato da un'unica grande potenza, gli Stati Uniti o, invece, verso un mondo regolato da realtà multipolari che trovano il loro punto di equilibrio unendosi in un Onu nuovo e rafforzato. Qui sta la grande scelta che ci attende nei prossimi anni: su questo è utile riflettere, a cominciare dal dibattito di questa sera».


Il sindaco candidi Firenze «a sede di un confronto tra le nazioni appartenenti all'Onu per ribadire la validità dei suoi principi e la centralità del suo ruolo in campo della politica internazionale e di aprire, al contempo, una discussione sulle non più procrastinabili riforme dei meccanismi decisionali, frutto del nuovo assetto internazionale maturato dal 1945 ad oggi». E' la richiesta contenuta in un ordine del giorno presentato dal capogruppo dell'UDC Federico Tondi, dal capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi e dal consigliere di Forza Italia Graziano Grazzini.

Il documento emendato dalla maggioranza, è stato approvato nel consiglio comunale straordinario.
«Il consiglio comunale sostenga pienamente quanto deciso dall'amministrazione americana e dal suo presidente Gorge W. Bush, democraticamente eletto dal popolo americano». E' quanto chiede un ordine del giorno presentato dai consiglieri di Alleanza Nazionale. «La richiesta d'impegno per l'eliminazione della armi di distruzione di massa non è stata accolta dal dittatore Saddam Hussein - si legge nel documento - e la risoluzione 1441 che le Nazioni Unite adottarono all'unanimità dando così a Saddam l'ultima occasione per disarmare, dopo ben 12 anni di sfida contro le risoluzioni Onu, è più che giusta.

Peraltro, senza una minaccia di forza credibile Saddan Hussein non avrebbe mai accettato di disarmare». «Se si lascia l'Iraq con le armi chimiche e biologiche, dopo 12 anni di provocazione e sfida - prosegue l'ordine del giorno - c'è un consistente rischio che un giorno queste armi cadano nelle mani sbagliate e mettano a rischio molte più vite di quante ne saranno perse rovesciando Saddam». I consiglieri di Alleanza Nazionale chiedono al consiglio comunale di «appoggiare le parole che oggi del presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha pronunciato alla Camera dei Deputati».
Domenica 23 marzo, a conclusione della tenda della pace di Sesto Fiorentino, fiaccolata contro la guerra con partenza da Piazza Vittorio Veneto davanti alla tenda della pace.

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