Appello per un uso corretto dell'elettroshock

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 marzo 2003 16:34
Appello per un uso corretto dell'elettroshock

Il sindaco garantisca la corretta applicazione della normativa regionale che prevede maggiori tutele per i malati psichici. E' quanto prevede una specifica mozione della commissione per le politiche sociali e della salute approvata dal consiglio comunale. «Con la legge regionale dell'ottobre scorso - ha spiegato la presidente della commissione sanità Susanna Agostini - il sistema sanitario regionale ha fatto un passo avanti verso la salvaguardia di minori, anziani oltre i 65 anni e donne in stato di gravidanza garantendo il non ricorso, di norma, alla "terapia elettroconvulsivante", il vecchio elettroshock, se non in casi di comprovata necessità medica, e soprattutto su espressa richiesta e autorizzazione dei familiari diretti del paziente.

D'ora in poi tutti gli interventi sanitari dovranno essere corredati da dati analitici che permetteranno di avviare rigorosi studi clinici, assicurando che i pazienti sottoposti alla "Tec" siano successivamente sottoposti a verifiche e controlli. Per affrontare questa delicata materia abbiamo incontrato più volte il "Comitato per i diritti dell'uomo" che si è detto disponibile, con la sua rappresentante regionale Elisa Polverini, ad incontrare chiunque senta la necessità di approfondire il tema.

La nostra commissione è stata messa a conoscenza del disagio umano che provano questi pazienti e perciò abbiamo deciso di condividere questa importante battaglia di rispetto e tutela della persona. Il consenso informato - ha aggiunto la presidente della commissione sanità - è un diritto di tutti i cittadini, soprattutto in quei casi dove le patologie sanitarie sono gravi e le terapie più invasive e possono causare anche gravi conseguenze. La nuova normativa prevede il non utilizzo della "lobotomia prefrontale e transorbitale" e altri interventi simili di psicochirurgia.

Tutelare la salute dei cittadini significa spesso preoccuparci delle persone più indifese e garantire che le norme a tutela dei diritti vengano conosciute e rispettate».(mr)

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