Tavolo di concertazione per gli appartamenti della "Generali Properties"
Sottoscritti gli atti per il trasferimento del patrimonio di edilizia residenziale pubblic: interrogazione di Checcucci (AN)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2003 13:52
Tavolo di concertazione per gli appartamenti della Sottoscritti gli atti per il trasferimento del patrimonio di edilizia residenziale pubblic: interrogazione di Checcucci (AN)" uk-img>

E' stata approvata ieri all'unanimità dal consiglio comunale la mozione sugli appartamenti della "Generali Properties" . Il documento, presentato dal capogruppo di "Insieme per l'Ulivo in Toscana" Giovanni Fittante e dalla consigliera della Mar-gherita Lavinia Balata Orsatti, invita l'amministrazione ad aprire un tavolo di concertazione. Nella mozione si sottolinea «l'avvio di piani di vendita del patrimonio immobiliare di pro-prietà delle "Generali" Properties" che interessano un migliaio di famiglie».

«La proprietà - scrivono Fittante e Lavinia Balata Orsatti - da tempo non rinnova i contratti di affitto con con-seguenti disagi e allarmi crescenti soprattutto per le fasce molto disagiate di cittadini. Peral-tro l'assemblea degli inquilini ha deciso di assumere un'iniziativa che porti al sollecito rin-novo dei contratti di locazione secondo lo schema di accordo già vigente per le proprietà delle "Generali Properties" di Roma ed a un chiarimento su eventuali piani di vendita degli alloggi di Firenze i cui inquilini hanno un diritto alla prelazione che va protetto».

Per questo il documento invita il sindaco «ad aprire un tavolo di concerta-zione con la "Generali Properties" per il rinnovo dei contratti degli appartamenti di sua pro-prietà e per le eventuali vendite degli alloggi».
"Esprimiamo grande soddisfazione per la conclusione di un lunghissimo percorso del riordino delle competenze in materia di edilizia residenziale pubblica, che trova finalmente oggi la sua applicazione". E' quanto hanno affermato l'assessore alle politiche per la casa Tea Albini e coordinatrice Lode (Livello Ottimale di Ambito) e il presidente di Casa Spa Giovanni Pecchioli, dopo la sottoscrizione degli atti necessari per il trasferimento del patrimonio immobiliare da Ater ai Comuni, così come previsto dalla legge regionale 77 del 1998.

La formalizzazione è stata effettuata davanti al notaio Massimo Cavallina. L'atto di oggi segue quello dello scorso 18 febbraio quando è stato varato il contratto di servizio fra i 33 Comuni della Lode e Casa Spa, la società pubblica (il Comune di Firenze detiene il 59% delle quote) che d'ora in poi gestirà il patrimonio di edilizia residenziale pubblica dell'area fiorentina (12.791 alloggi). Le competenze di Casa Spa riguarderanno soprattutto la riscossione dei canoni di affitto, la realizzazione di nuovi alloggi, la manutenzione dell'esistente.

La formulazione dei bandi per le assegnazioni, la verifica dei requisiti, l'alienazione del patrimonio, resteranno di competenza dei Comuni. "Da oggi - hanno concluso l'assessore Albini e il presidente Pecchioli - i Comuni diventano proprietari di molti più alloggi e per questo aumenterà, di molto, la loro responsabilità. Inoltre Casa Spa dovrà gestire questo patrimonio immobiliare con grande capacità nell'interesse degli assegnatari e di coloro che lo diventeranno".
«Su Casa spa ci sono molte ombre e poche luci».

Il giudizio è della consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci. «Stando alle dichiarazioni trionfalistiche dell'assessore Albini - ha spiegato la Checcucci che su "Casa spa" ha presentato un'apposita interrogazione - la società fiore all'occhiello della giunta Domenici avrebbe già dovuto essere operativa. E invece cosa sta accadendo? Come mai tanta fretta per costituire una società per azioni per il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica per poi doversi fermare prima di nascere?» «Proprio in queste ore - ha aggiunto l'esponente del centrodestra - si attende che l'architetto Venturi, amministratore straordinario dell'Ater, decida se firmare le delibere di attribuzione ai Comuni dei beni immobiliari dell'Ater.

Qualunque sarà la scelta non solo vi potrebbero essere gravi ripercussioni e implicazioni sotto l'aspetto fiscale e contabile, ma il peggio è che tali rischi non sono stati affatto affrontati e ponderati prima di far partire l'operazione. L'approssimazione e la superficialità che caratterizza i nostri amministratori non ha limite. Troppi sono i misteri che avvolgono la vicenda e che fanno davvero pensare male». «Un'apposita delibera regionale - ha sottolineato la Checcucci - stabiliva che il passaggio dei beni ai comuni avvenisse contestualmente allo scioglimento dell'Ater, così come la gestione dei beni demaniali.

Da allora di mesi ne sono trascorsi molti, e la delibera regionale del 20 febbraio scorso invece che prevedere lo scioglimento dell'intero Ater, condicio sine qua non per il trasferimento degli immobili ai comuni, scioglie il solo ramo operativo di Firenze, dovendo l'Ater continuare a gestire i beni dell'area empolese. In definitiva l'Ater c'è tuttora e il trasferimento dei beni non è avvenuto. Quindi, a cosa serve "Casa spa"? Perché si è fatta una corsa contro il tempo per costituirla se ancora non è in grado di operare? Lo stesso architetto Venturi sembra aver chiesto un parere giuridico-fiscale all'agenzia delle entrate che, prima di esprimersi e stante la complessità e la novità giuridica della vicenda, vorrà verosimilmente attendere un parere del ministero dell'economia».

«La delibera regionale - ha concluso - afferma, in modo truffaldino e poco lungimirante, che saranno trasferiti gli immobili ma senza i mutui contratti con la cassa depositi e prestiti che vi gravano. Ragionevolmente, non potrebbe fare altrimenti, la cassa depositi e prestiti chiederà adeguate garanzie nei bilanci dei Comuni. Insomma, que-sta società nata per gestire case, per ora si trova a gestire soltanto problemi di natura finanziaria, contabile ed amministrativa. Se il buon giorno si vede dal mattino non c'è da stare allegri».

In evidenza