Nuovi soci in Fondiaria-Sai: l’addio di Mediobanca e di Roberto Gavazzi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2003 13:09
Nuovi soci in Fondiaria-Sai: l’addio di Mediobanca e di  Roberto Gavazzi

Il comitato esecutivo di Mediobanca ha conferito nei giorni scorsi a Vincenzo Maranghi il mandato per stipulare con più controparti (si fanno i nomi di Goldman Sachs, Deutsche Bank, Abn-Amro) contratti di equity swap su 11,5 milioni di titoli Fondiaria-Sai. Con l'operazione Mediobanca scioglie i due legami messi all'indice dall'Antitrust a fine dicembre quando, individuando un unico polo assicurativo sotto l'egida di Mediobanca composto da Fondiaria-Sai e Generali, ha imposto a Mediobanca e Fondiaria limiti al voto in Generali, al fine di rendere non certo il controllo dell'assemblea.


"Piazzetta Cuccia ha comunicato di aver ceduto l’8,9% della nuova compagnia a un prezzo unitario pari a 10,25 euro (in Borsa il titolo quota 9,8) in parti uguali a cinque banche internazionali -scrive stamani Corriere della Sera.it- Abn Amro, Banque Aig, Bnp Paribas, Deutsche Bank e Goldman Sachs International. L’istituto guidato da Vincenzo Maranghi ha accusato una minusvalenze di circa 35 milioni di euro. Tuttavia, con ciascuna delle controparti ha stipulato un contratto di equity total return swap di durata quinquennale su un equivalente quantitativo di titoli".
Cominciano intanto a circolare voci riguardo ad allontanamento dal gruppo di Roberto Gavazzi, artefice negli anni scorsi della burrascosa rinascita del gruppo La Fondiaria e, dopo la fusione responsabile dei rapporti con l'estero della nuova entità.

Nelle settimane scorse Gavazzi era dato per presente alla direzione della Milano assicurazioni. Oggi fondi attendibili parlano di sue dimissioni. Sarebbe stato sostituito dal suo delfino Mazzucchelli, sin'ora responsabile della rete di vendita della divisione SAI.
Si parla anche di un interessamento della Unipol sul 54% di Milano Assicurazioni, in passato oggetto delle attenzioni della Toro, degli elvetici del Credit Suisse e dei tedeschi di Munich Re. Si parla di un'operazione per circa 800 milioni (per il 54% del capitale) compreso il premio di maggioranza e gli oneri dell'Opa obbligatoria: un'operazione di dimensioni compatibili con le possibilità di Unipol.

Anche se da Bologna non giungono segnali, va detto che qualora l'indiscrezione trovasse conferma va detto che appare incerta la risposta della famiglia Ligresti.

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