La partecipazione, parola d’ordine per il nuovo Statuto regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 gennaio 2003 12:47
La partecipazione, parola d’ordine per il nuovo Statuto regionale

Garantire ai cittadini una reale partecipazione alla vita politica e ai processi decisionali delle istituzioni regionali: ecco uno dei cardini attorno cui dovrà ruotare il nuovo Statuto della Toscana. Ma come declinare la parola d’ordine della partecipazione in istituti concreti e procedure condivise? In altri termini, come si devono regolare referendum, trasparenza, consultazioni? Quali devono essere le forme di dialogo tra le istituzioni e la società civile? Di questo ha discusso nella sua ultima seduta la commissione speciale Statuto, presieduta da Piero Pizzi (Fi).

Accanto alla riconferma del ruolo degli istituti “classici” della partecipazione, come formazioni politiche, sindacati, organizzazioni sociali ed economiche, l’orientamento è quello di aprire il palazzo ai gruppi d’interesse, sulla linea della recente legge adottata dal Consiglio, e a quei settori della società che non trovano canali di comunicazione. Rientra in questa logica anche l’idea di permettere che, durante le consultazioni in commissione, ci sia un’effettiva discussione tra consiglieri e soggetti consultati: nella prassi attuale, invece, le organizzazioni esterne portano la loro testimonianza, ma non hanno modo di instaurare contraddittori.

Un’altra novità su questo fronte potrebbe essere l’istituzione presso il Consiglio di una consulta degli extracomunitari che risiedono e lavorano in Toscana, con eventuale diritto di parola nelle sedute delle commissioni. Anche il ruolo della commissione regionale per le pari opportunità potrebbe essere sancito nello Statuto. Sul versante del referendum, la discussione si è soffermata in particolare su quali tipi di leggi e atti possono essere sottoposti a referendum abrogativo e quali no.

Se è prevedibile che le leggi di approvazione del bilancio e quelle di ratifica delle intese con altre Regioni e altri Stati saranno escluse, come avviene anche a livello nazionale, non è ancora chiaro l’indirizzo sui provvedimenti amministrativi e gli atti dei dirigenti. A questo punto i lavori della commissione – ha sottolineato il presidente Pizzi – proseguiranno con sollecitudine, per garantire il rispetto del calendario stabilito ed arrivare in tempi brevi all’approvazione definitiva della nuova Carta.

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