Orfeo. Il respiro e Pauperis Oratorium Christi al Teatro Studio di Scandicci sabato 25 e domenica 26 gennaio alle ore 21.15

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 gennaio 2003 07:00
Orfeo. Il respiro e Pauperis Oratorium Christi al Teatro Studio di Scandicci sabato 25 e domenica 26 gennaio alle ore 21.15

La giovane compagnia pisana presenta due aspetti diversi del proprio lavoro: il delicato Orfeo, come un film muto dolce e ironico interpreta la mancanza di parole davanti alla morte; Pauperis Oratorium Christi racconta, in modo tragicomico, la via crucis di un povero Faust qualunque.
Questo lavoro conclude un percorso sul tema del lutto iniziato da I Sacchi di Sabbia lo scorso settembre al festival fiorentino Artport.
Nascendo con l’idea di “rappresentare un dolore profondo” lo spettacolo ahimè abortisce.

Non si può mostrare il dolore: si possono semmai mostrare, come dice Amleto, le mille retoriche del dolore (pianti, sospiri, gemiti, singhiozzi, gesta disperate, o quant’altro). Queste si, sono cose che si possono rappresentare. Ma se si decide di liquidare quest’armamentario, di azzerare il pathos, di non impersonare né morti né dolenti, cosa resta? Dramma e comicità finiscono con lo scongiurarsi a vicenda. All’inizio lo spazio è colmo d’aria. Orfeo vi è immerso: è pronto a studiarne le dinamiche, la composizione, gli spostamenti, il rapporto che essa crea con gli oggetti che vi sono immersi… la pianta, la fiamma, il ventilatore, gli esseri umani.
E’ un canto continuo quello dell’aria, i cui ritmi variano ad ogni incontro ….

Poi entra lei, Euridice.
Studio su un Faust qualunque
Trattasi di un’avventura profana nel sacro, d’una tragicomica-scaramuccia spirituale. L’angelo benedetto tenta con lusinghe di beatificazione il Faust devoto (credente o superstizioso, a scelta): lo vuole santo oltre ogni dire, lo vuole Cristo. Lo tenta col Bene, ma non a fin di bene: quale peccato più grande infatti che farsi piccolo sulla terra per essere l’eletto nel Regno dei Cieli? Lui cerca di sottrarsi come può, ma l’angelo lo incalza; lui invoca il demonio nella speranza dell’attrattiva di un male minore, ma l’angelo non demorde; e con lui dovunque vada, a cospargere di petali la strada del martirio...fino alla croce.

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