Shakespeare e il conflitto fra israeliani e palestinesi.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2003 23:48
Shakespeare e il conflitto fra israeliani e palestinesi.

Al Teatro Rifredi di Firenze è andato in scena ieri sera lo spettacolo multimediale "Jerusalem Juliet", con la regia di Angelo Savelli, che sarà replicato anche il 18, 24, 25 e 26 gennaio. Ambientazione difficile e per niente scontata quella del conflitto palestinese che, a distanza di 50 anni, ancora insanguina una terra bellissima e martoriata da un destino atroce. Proprio il peso insopportabile di questo destino grava sulle spalle dei due giovani innamorati, un palestinese e una israeliana, la cui storia è già scritta nell'eterna vicenda di un amore reso impossibile dall'odio fra i gruppi a cui appartengono.

Seguendo questo filo conduttore e utilizzando la "contaminatio" fra generi diversi- teatro, video, stile documentaristico- il regista Savelli confeziona un'opera di forte impatto emotivo e visivo, necessario per portare in evidenza il dramma di un conflitto non più sopportabile. Quando una giovane vita, sia essa palestinese o israeliana, porta con sè il peso di una colpa collettiva la cui spiegazione si perde nell'oscurità della storia, è facile venire svuotati della propria umanità e diventare ingranaggi di un meccanismo incontrollabile.

Lo spazio scenico diventa così, coerentemente con la sua origine, luogo di catarsi per un tragico, eterno presente che non vuole passare. Gli odierni Romeo e Giulietta, interpretati dai giovanissimi Valentina Banci e Francesco Borchi, testimoniano così un dramma che, come sottolineato dal regista, non ha ancora la dimensione dell'evento storico: un deserto di devastazione su cui ancora non riesce a calare l'oblio, quella quiete che divide il passato dal presente e trasforma il passato in storia, presupposto affinchè l'uomo possa ricominciare a costruire.

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