La morte di Giorgio Gaber in Versilia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 gennaio 2003 15:45
La morte di Giorgio Gaber in Versilia

La salma di Giorgio Gaber viene trasportata oggi pomeriggio dalla villa di Montemagno a Milano, dove domani mattina sara' allestita la camera ardente al Piccolo Teatro e nel pomeriggio, alle 14, sono in programma i funerali nell'Abbazia di Chiaravalle.
“Il contributo artistico di Giorgio Gaber è veramente grande. Ha rappresentato e continuerà a rappresentare, soprattutto per i giovani, un importante punto di riferimento per la sua capacità di cogliere sentimenti e contraddizioni delle persone e della società”.

E’ questo uno dei passaggi del telegramma di condoglianze che l’assessore regionale al bilancio e finanze, Marco Montemagni, ha inviato, anche a nome del presidente Martini e dell’intera giunta, ai familiari dell’artista scomparso.
L’assessore toscano sottolinea “con commozione” il forte, speciale rapporto di Gaber con la Versilia - un rapporto che durava da decenni e che si è progressivamente arricchito di legami artistici e umani – e ricorda anche il suo impegno e il suo contributo per iniziative di solidarietà.
“Per tutto questo e per molto altro ancora – conclude Montemagni – grazie, Giorgio”.
Domani l’Associazione Culturale Teatro Puccini sarà presente con i suoi soci ai funerali per portare idealmente il saluto di tutti quelli che incontrarono Giorgio: "Teatro Puccini, sabato 10 maggio 2001: Giorgio Gaber, in una sala strapiena, presenta il suo nuovo lavoro discografico La mia generazione ha perso.


Con il pretesto della presentazione del disco, Gaber ripercorre anni, esperienze, amori e disamori, pubblico e privato davanti a un platea attenta e piena di curiosità. Una serata indimenticabile e difficile per Gaber che viene incalzato da domande anche sulle sue scelte personali di vita. E lui non si nasconde, non si tira indietro: con la grinta che lo ha sempre contraddistinto, meno scattante e rabbiosa ma sempre autorevole, è disponibile al confronto. Un’onestà intellettuale assoluta, che tocca il pubblico e anche chi non condivide le sue ultime posizioni.

Alla fine un lungo applauso.
Poi, una volta uscito il pubblico, siamo andati a salutarlo nei camerini, ad aiutarlo ad alzarsi perché già allora camminare era diventato difficile. Al finestrino della macchina che lo portava via ci ringraziò un’ultima volta, era stanco ma felice. Noi gli dicemmo di tornare presto a Firenze magari per ascoltarlo in concerto. Sorrise e non rispose".

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