Centrale del Latte, Casa delle Liberta': E ora il sindaco faccia dimettere l'assessore Tani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2002 19:34
Centrale del Latte, Casa delle Liberta': E ora il sindaco faccia dimettere l'assessore Tani

«A seguito di quanto accaduto ieri in consiglio comunale e del venir meno della maggioranza consiliare sulla privatizzazione della Centrale del Latte invitiamo il sindaco a compiere l'unico gesto che la coerenza impone debba essere fatto: far dimettere l'assessore Simone Tani». E' quanto hanno dichiarato i consiglieri della Casa delle Libertà. «La maggioranza trasversale che si è venuta a determinare ieri in consiglio comunale sull'ordine del giorno firmato dal capogruppo Gianni Conti - hanno aggiunto - dimostra inequivocabilmente che la politica sulle privatizzazioni portata avanti dal governo cittadino è stata sonoramente bocciata dalla maggioranza della città rappresentata dai gruppi che si sono espressi su quel documento».

«E' sconcertante la dichiarazione rilasciata dal vicesindaco Matulli -hanno concluso i consiglieri del centrodestra - che in barba ad ogni forma di democrazia partecipativa ha affermato che, a prescindere dall'indirizzo emerso dal consiglio di ieri, la giunta andrà avanti nella sua strada. Se le parole di un vicesindaco che dovrebbe appartenere alla Margherita, ma di cui è ormai evidente l'esclusiva appartenenza al partito del sindaco, si dovessero realizzare veramente andremo allo scontro istituzionale».
«L'assenza del sindaco, che da molte settimane sta snobbando l'assemblea di Palazzo Vecchio, ha messo anche ieri in evidenza la gravissima crisi istituzionale che sta attraversando il Comune».

Il giudizio è del capogruppo Con questo atteggiamento Domenici non solo offende l'assemblea degli eletti ma anche la città intera e in particolare tutti quei lavoratori che, come è successo ieri per la Centrale del Latte, vengono nel Salone dei Duecento per seguire da vicino il dibattito politico su temi vitali per il loro futuro. Se il sindaco proseguirà in questo atteggiamento i gruppi consiliari, sia di maggioranza che di minoranza, non potranno che prendere atto della sua volontà di governare da solo, in spregio alle più elementari regole della democrazia.

Ancor una volta si conferma l'incapacità del sindaco di dialogare con la città avendo già preferito diventare l'interlocutore privilegiato dei noglobal: eppure molte decisioni prese dalla giunta, che lui rappresenta, vanno ad interferire profondamente sul tessuto economico di Firenze. Che almeno rispetti la forma».
«La vicenda della vendita della Centrale del Latte ha fatto riemergere in consiglio comunale le puntali contraddizioni all'interno del centrosinistra: ogni volta che si affronta un tema qualificante per la città la maggioranza si divide».

Lo hanno dichiarato il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi e il consigliere di Forza Italia Graziano Grazzini. «Da parte nostra abbiamo volentieri appoggiato la mozione di Gianni Conti - hanno aggiunto i due esponenti del centrodestra - che nel merito propone soluzioni molto ragionevoli ed ha il coraggio di riportare in consiglio comunale ogni futura decisione. L'isterica reazione dei DS e l'assenza del sindaco sono il segno di una capacità di controllo politico della città, data quasi per scontata».

«La seppur variegata maggioranza di ieri - hanno concluso Toccafondi e Grazzini - ha il merito invece di far intravedere un possibile spiraglio per tutti coloro che, prima di ogni altro obiettivo, sentono urgente per Firenze liberarsi di questa soffocante cappa politica».
«La maggioranza dei consiglieri comunali, sconfessando l'assessore alle privatizzazioni Simone Tani e smentendo una specifica delibera della giunta ha votato contro la vendita della Centrale del Latte. In ogni consiglio comunale quando il sindaco va in minoranza rassegna le proprie dimissioni».

E' quanto sostengono la consigliera di Alleanza Nazionale gaia Checcucci e l'onorevole Riccardo Migliori. «Non accadrà a Firenze - hanno aggiunto - dove Domenici più che sindaco si sente leader di una oligarchia di potere e dove, più che fare il sindaco, esercita per conto del suo partito il ruolo di presidente nazionale dell'Anci. Ora risulta doveroso un confronto politico a tutto campo e in tempi rapidi in consiglio comunale, perché la città pretende chiarezza».

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