Musica: l'ultimo lavoro di Sakamoto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 novembre 2002 11:17
Musica: l'ultimo lavoro di Sakamoto

“Le spiagge deserte continuano ad aspettarci… e noi tutti proviamo quanto ci manchi la sua presenza”. Comprendiamo già da queste poche righe quanto Antonio Carlos Jobim (1927 – 94) e la bossa nova, come spiagge deserte, abbiano rappresentato e continuino a rappresentare per tutti coloro che hanno provato almeno una volta nella vita la “saudade”. Il marinaio è salpato all’alba e ha lasciato dietro di sé la propria casa, il proprio amore; il fato lo guiderà nel suo viaggio. La “saudade” è il fato del marinaio, è la nostalgia che ognuno di noi si porta dentro per il resto della vita.
CASA, ultimo lavoro del compositore giapponese Ryuichi Sakamoto (piano) in collaborazione con i coniugi Jacques (violoncello) e Paula (voce) Morelenbaum, collaboratori a loro volta per tanti anni di A.

C. Jobim, è un album di struggente bellezza.
Sakamoto, già noto al grande pubblico per aver composto le colonne sonore di film come “L’ultimo imperatore”, “Il tè nel deserto” e “Il piccolo Buddha”, riesce a celebrare e riproporre con estrema facilità e bravura tutta la poesia di Jobim accostandovi in più la propria sensibilità classica e l’amore per l’impressionismo francese: “Imagina” e Satie; “Estrada Branca” e Ravel; “Sabia” e Chopin. Spaziando da brani noti quali “As praias desertas”, “Vivo sonhando”, “Intuil pasaigem” ad inediti come “Chanson pour Michelle” e “Tema para Ana”, riemerge in pieno quella profonda atmosfera di una volta, quando, a casa di Jobim, come ricorda Luciana de Moraes, moglie del leggendario Vinicio de Moraes, si parlava di amore, musica e poesia.
Dal 1994, anno della scomparsa del geniale compositore brasileno, la sua casa in montagna con vista contemporanea su Corcovado, Lagoa e la spiaggia di Leblon, era rimasta senza musica…Ora non più.
[A.

V.]

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