Appuntamento con la storia martedì 3 dicembre al Tenax di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 novembre 2002 15:41
Appuntamento con la storia martedì 3 dicembre al Tenax di Firenze

Sul palco - ore 21,30 ingresso €15 - sono di scena infatti i PROCOL HARUM, figura preminente del rock britannico ‘60/70, di nuovo in tour con una formazione comprendente molti protagonisti dell’epoca, a cominciare dal leader Gary Brooker (al piano): Matthew Fisher all’organo Hammond, Geoff Whitehorn alla chitarra, Matthew Pegg al basso e Mark Brzezicki (ex Big Country). “A Whiter Shade of Pale” (brano ispirato ad una cantata di Johann Sebastian Bach), “A Salty Dog”, “As Strong as Samson”, “Pandora’s Box”...

Sono solo alcuni successi di questa intramontabile band che in quasi quarant’anni di storia ha venduto milioni dischi, grazie ad uno stile inconfondibile, in bilico tra atmosfere classicheggianti e suoni rock.
Formatisi nel 1966 dalle ceneri della formazione rhythm and blues Paramounts, i Procol Harum aderirono subito al filone "neo-classico" della musica rock britannica dei secondi anni '60. A differenza di altre band, i Procol Harum usarono la musica classica per comporre canzoni eleganti e fantasie melodiche.

La loro specialità divenne il concept album, ovvero l'album a tema. A lanciarli fu il brano A Whiter Shade Of Pale (dieci milioni di copie vendute), versione psichedelica per organo Hammond di una cantata di Bach, un lento struggente che spopolò nell'Aprile 1967. Il primo album, Procol Harum (Deram, 1967), è una raccolta di melodie imponenti sostenute da ritmi marziali e da solenni timbri d'organo: Homburg, il 45 giri dell'ottobre, forse il loro classico per eccellenza, propone un ritornello arioso che si avvolge in spire languide ed eteree.

Ed ancora, tra i brani più famosi del periodo, Conquistador, l'apice dei loro barocchismi orchestrali, Salad Days e lo strumentale Repent Walpurgis. Il sound fluido e maestoso scaturiva in realtà da componenti tutt'altro che uniformi: le doppie tastiere che fecero epoca, e che conferivano al suono un tono grave e solenne, accomunavano l'organo da cattedrale di Matthew Fisher e il piano blues di Gary Brooker; il canto spiritual alla Ray Charles di Brooker (autore di quasi tutto il repertorio) duettava con la chitarra alla Eric Clapton di Robin Trower.

Con Shine On Brightly (A&M, 1968) il gruppo cominciò a capire quali fossero i loro punti di forza, accentuando la passione struggente (Shine On Brightly, 1968) e l'epica titanica (All This And More). Presa confidenza, il gruppo delirò romanticamente nei diciotto minuti di ascesi mistica di In Held Twas In I (1968), una suite in cinque movimenti. In breve il gruppo si creò una fama musicando storie "vissute" di lontananza e solitudine, e in particolare quelle di vita marinara, per esempio Salty Dog (1969) e Whaling Stories.

Gli arrangiamenti di A Salty Dog (1969) coniugarono perfettamente le velleità neoclassiche e la drammaturgia rock (The Devil Came From Kansas, Wreck Of The Hesperus, Boredom). Perso Fisher, con l’album Home (1970) i Procol Harum voltarono pagina, abbracciando l'hard-rock (WhiskeyTrain) e con Broken Barricades (1971), che di fatto presentava la stessa formazione dei vecchi Paramounts, passò decisamente lo scettro del complesso a Trower. Per quanto felice, quell'escursione nell'hard-rock andava contro la natura del complesso, che infatti mise da parte Trower e si rifugiò nel formato dell'album concept.

Il primo album concept fu dedicato al Grand Hotel (Chrysalis, 1973), ambiente che, per lusso, splendore e imponenza, ben si prestava ad ospitare la loro musica. Gli fece seguito Exotic Birds And Fruit (1974), forse migliore. Ma poi il gruppo decise di incidere Ninth (1975) affidandosi ai compositori americani di musica leggera Leiber & Stoller. Del 1977 invece l’uscita di Something Magic. Negli anni seguenti, Brooker, Fisher e Trower decisero di portare avanti progetti solisti. I tre si ritrovarono comunque nel 1991 per la reunion della band, dando alle stampe Prodigal Stranger (RCA, 1991).

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