Centrale del latte: prosegue la trattativa per la vendita

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2002 18:43
Centrale del latte: prosegue la trattativa per la vendita

Nessun fallimento della trattativa, nessuna svendita della Centrale del latte. "Mi meraviglio che consiglieri di opposizione colleghino l'ipotesi di trattativa privata ad una riduzione del valore di mercato della Centrale - è quanto ha replicato l'assessore alle aziende partecipate Simone Tani alle osservazioni mosse da alcuni consiglieri -. Infatti le due cose non hanno nessuna correlazione. Se una cosa nel corso del 2002 ha ridotto semmai il valore della Centrale è l'accondiscendenza del Ministro Alemanno (AN) alla normativa sul latte fresco a otto giorni, che porterà danni gravi alle produzioni locali.

Un ennesimo caso di sudditanza del Governo ai poteri delle multinazionali, come peraltro già visto nel caso di acqua e rifiuti. Nessuno vuole svendere l'azienda, lavoriamo piuttosto tutti per favorirne lo sviluppo. Quanto a privatizzazioni il vero bluff è l'azione del Governo di destra, lontano dalle promesse che hanno abbindolato tanti italiani".
«Se l'amministrazione comunale intende andare avanti con la privatizzazione della Centrale del Latte l'unica strada è la redazione di un nuovo bando di gara».

Lo ha detto la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci. «Ogni ventilata ipotesi di trattativa privata è inaccettabile - ha aggiunto la Checcucci - in questo modo il valore della Centrale sarebbe nettamente depauperato e il Comune dovrebbe accettare prezzi di cessione ben al di sotto del valore di mercato». «E' colpa della giunta - ha rilevato la consigliera di AN - se siamo in questa situazione. La giunta non è stata capace di portare a termine nessuna procedura di privatizzazione senza che vi fossero problemi di legittimità e di violazioni di legge, che scateneranno ricorsi come nel caso delle tranvie o di Publiacqua, e non è stata neanche capace di predisporre un bando, come nel caso della Centrale del Latte.

La Centrale è un bene prezioso sia dal punto vista imprenditoriale che dal punto di vista alimentare: svenderla a prezzi stracciati e a soggetti ai quali interessa solo acquisire un marchio prestigioso è un danno attribuibile all'incapacità gestionale e di programmazione di questa amministrazione».
«Dopo il fallimento della gara per la vendita della Centrale del Latte, anche la Regione Toscana si pronuncia contro la trattativa privata e quindi contro l'ipotesi avanzata dall'Assessore Tani».

Lo hanno detto Gabriele Toccafondi (ApF), Francesco Leoni (FI) ed il consigliere regionale Marco Carraresi (UDC) secondo i quali «dopo la netta presa di posizione della Regione, il Comune di Firenze deve comprendere che la cessione della quota della Centrale deve essere fatta solo a partire dal 2005, ovvero quando sarà operativo il nuovo stabilimento nell'area Mercafir. Uno stabilimento, a detta di tutti, più efficiente e competitivo che aumenterà il valore di mercato dell'azienda». «Sulla vendita di questa azienda partecipata adesso ci sono molte, troppe incertezze - hanno sottolineato i tre esponenti del centrodestra - incertezze tecniche, economiche ma anche politiche della maggioranza di centrosinistra.

Da una parte il centrosinistra in Comune protende per la trattativa privata alla faccia di accordi sindacali firmati, dall'altra il centrosinistra in Regione chiede con forza di procedere ad una nuova gara. Questo rappresenta lo stato d'animo di una coalizione politica di fronte all'ennesimo flop in materia di privatizzazione. A questo punto vista la posizione della Regione, che ha confermato la propria volontà di sottoscrivere un aumento di capitale della Centrale del latte, il Comune dica con chiarezza che cosa intende fare».
''La Giunta regionale ha operato con il massimo impegno, affinche' per la Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno si attuasse un processo di privatizzazione equilibrato.

Se la gara e' andata deserta e' proprio perche' non sono state fornite quelle garanzie richieste per difendere il ruolo della Centrale''. Questa la posizione espressa dall·assessore regionale all·agricoltura Tito Barbini in Consiglio, dove ha risposto a tre interrogazioni urgenti presentate sulla Centrale, dopo che la gara di aggiudicazione ai privati e' stata dichiarata deserta nei giorni scorsi. Secondo Barbini la Giunta ha rispettato tutti gli indirizzi dati a suo tempo dal Consiglio regionale, per arrivare a una soluzione che non penalizzi il ruolo della Centrale e l·economia toscana.

''Dopo numerosi incontri · ha spiegato Barbini · abbiamo concordato un percorso di privatizzazione in due fasi. La prima prevede che gli enti pubblici mantengano una quota del capitale del 20% come garanzia del rispetto del piano industriale, e a questo proposito la Giunta ha assunto l·impegno di acquisire il 10% delle quote, eventualmente aumentando la quota fino al 20%. La seconda, dopo cinque anni, prevede la totale cessione ai privati''. Adesso, dopo che la gara e' stata dichiarata deserta, spetta agli enti proprietari e all·advisor valutare quale sia la procedura piu' idonea da seguire.

''Il problema e' mettersi a sedere attorno ad un tavolo · ha concluso Barbini · e non svendere la Centrale''. Il Consiglio regionale ha anche approvato una nuova mozione sulla questione (con i voti favorevoli della maggioranza, l·astensione del centrodestra, di Rifondazione Comunista e della Margherita), che impegna adesso la Giunta a ''confermare la volonta' di sottoscrivere un aumento di capitale della Centrale e procedere quindi a una nuova gara in condizioni ottimali, in cui scegliere come interlocutori solo i soggetti che mostrano coerenza con il ruolo e la missione della Centrale in merito alla qualita' del latte, alla filiera del fresco e alla difesa degli allevamenti toscani''.

Molti consiglieri, infatti, nel dibattito hanno espresso preoccupazioni sul fatto che la Centrale possa essere svenduta e sul fatto che il latte toscano possa non essere piu' tutelato. Fabio Roggiolani dei Verdi ha sottolineato il rischio che, dopo la gara deserta, ''si possa procedere a trattativa privata chiudendo al ribasso'' e che l·eventuale cessione a un·azienda che diffonde l·uso del latte microfiltrato ''metta in gioco i nostri allevamenti. Il procedimento, che allunga i tempi in cui il latte viene considerato fresco, permette infatti la massiccia esportazione di latte dall·estero''.

Anche i consiglieri Giovanni Barbagli (Rifondazione comunista) e Marco Carraresi (Cdu) hanno ribadito che ''questo non e' certamente il momento piu' opportuno per vendere'', e che c·e' la necessita' di sostenere il ruolo pubblico della Centrale per tutelarla. ''Si rischia di svendere un gioiello economico per una manciata di soldi · ha commentato Carraresi -. Se il flop della gara c·e' stato, e' perche' si e' tenuto un atteggiamento ipocrita: da un lato si vuol mantenere, dall·altro si vuol vendere.

Evidentemente, con i paletti messi, gli acquirenti non hanno ritenuto l·operazione conveniente, e sperano in condizioni migliori in una trattativa privata''. Alberto Monaci (la Margherita) ha rilevato la contraddizione insita nelle condizioni poste nella gara: ''Non si puo' offrire a un privato di acquistare l·80 per cento delle quote di una societa' e pretendere contemporaneamente di dettare le regole per la conduzione dell·azienda''.

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