Il caso Sofri: la vicenda giudiziaria dell'omicidio Calabresi paragonata ai fatti penali del Presidente del Consiglio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 novembre 2002 07:18
Il caso Sofri: la vicenda giudiziaria dell'omicidio Calabresi paragonata ai fatti penali del Presidente del Consiglio

Il libro di Ginzburg uscito una decina d'anni fa (Il Giudice e lo storico, Einaudi, 1992) porta alla luce e organizza materiale già evidenziato in varie riviste e giornali dal giorno dell'arresto di Sofri, Bompressi e Pietrostefani nel 1988. Il libro afferma che, l'impianto accusatorio che ha portato in galera i tre di Lotta Continua è sospetto. Testimoni come Marino che "soggiornano" in caserme prima di passare ai giudici. Donne alla guida di auto che diventano uomini, o uomini magri che diventano improvvisamente grassi, angolature "spostate" di 180°.
Tuttavia la grazia non chiude i conti.

Malgrado molti pensino ad un secondo caso Tortora cancellare le innumerevoli sentenze confermatorie lascerebbe infine ignoto movente e nome dell'assassino. E la "grazia di Berlusconi" i dubbi li aumenta. Intanto perché ne parla se non spetta a lui concederla? E poi non sembra uscita, per interposta persona (Ferrara e tutta la lobby degli ex, oggi la potere) come tributo a Sofri per i suoi innumerevoli e pregevoli scritti?
E' chiaro che la grazia potrebbe salvare la pelle a Bompressi e rimetterebbe in libertà un intelletuale di calibro.

Ma se non si viene a capo della vicenda Calabresi, questa rimarrà l'ennesima macchia oscura nella storia della Repubblica, anche in relazione alla "pesantezza" della struttura di gruppi come Lotta Continua.
Non si può eludere la domanda. Non si intravede in questa vicenda il rischioso tentativo di scambiare la recente legge Cirami e la ricusazione dei giudici con la cancellazione di una condanna definitiva che infastidisce la sinistra italiana? Quanto vale la libertà di un grande intellettuale?

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