Accompagnata sul palco da Daniele Sinigallia alla chitarra, Giulio Iraci al basso, Clemente Ferrari alle tastiere, Simone Prattico alla batteria, Marina Rei proporrà alcuni brani del suo ultimo disco “L’incantevole abitudine” (uscito nel giugno scorso) e le canzoni che hanno caratterizzato il suo percorso artistico. Marina Rei inizia la sua carriera come solista nel 1995, grazie alla pubblicazione di due fortunati singoli, "Sola" e "Noi". Nel 1996 arriva la prima partecipazione a Sanremo con "Al di là di questi anni", con il quale riceve il Premio della Critica al Festival di Sanremo, mentre l’album “Marina Rei”ottiene il disco di platino.
Nel 1997 partecipa nuovamente al Festival di Sanremo, questa volta con "Dentro me", il brano che lancia il secondo album di Marina Rei, "Donna" (disco di platino per le oltre 100mila copie vendute). "Donna" contiene tra gli altri anche il singolo "Primavera" che si aggiudica il Disco per l’Estate edizione 1997. Nel 1998 esce "Animebelle", forse lo sforzo più ambizioso di Marina Rei fino a quel momento. L’album si muove su coordinate musicali meno specificamente black, spostandosi verso una dimensione maggiormente pop sorretta da una produzione attenta a quanto succede di nuovo sul versante internazionale.
Al disco partecipano musicisti di fama internazionale come Trilok Gurtu: il risultato è un lavoro prestigioso e curato, capace di ottime canzoni come la title-track e "T’innamorerò". Nel 1999 Marina torna al Festival di Sanremo con "Un inverno da baciare", prima scintilla di un cambiamento che avverrà compiutamente l’anno successivo durante la lavorazione del nuovo album. Il brano viene inserito nella ristampa di "Animebelle", mentre esce un nuovo singolo di successo, "L’allucinazione".
Nel 2000 viene pubblicato "Inaspettatamente", il quarto album di Marina Rei. Il 14 giugno del 2002 è uscito “L’incantevole abitudine”, il primo album per la BMG. Dieci canzoni (non più di 45 minuti) con una forte tensione poetica che mostrano un modo di scrivere molto poco italiano, più vicino alla essenzialità anglosassone che non all’immaginario elaborato di casa nostra. I testi hanno una forte tensione poetica, abbaglianti flash di emozioni nella loro assoluta semplicità, tanto da far dire a Ennio Morricone: “Ho ascoltato con molto interesse il disco di Marina Rei e debbo dire che sono stato felice che le sue qualità e il suo talento fossero così decisamente confermate…ora la sua personalità è più forte, il suo stile, i pezzi, gli arrangiamenti, sono arrivati al massimo.
Ma fra qualche tempo dove arriverà? Sento che la sua evoluzione non è finita.”
