Beni culturali a Firenze: seri rischi col passaggio della TAV

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2002 20:14
Beni culturali a Firenze: seri rischi col passaggio della TAV

45 milioni di metri cubi di acqua di sorgente sono stati sottratti alle falde dell’Appennino tosco-emiliano dai cantieri per il tunnel dell’Alta Velocità. Il dato è del maggio 2002. La Regione Toscana ha finalmente imposto l’"estensione del monitoraggio ad una fascia mediamente superiore ai 2 km sui due lati del tracciato". Ma a Firenze se ne accorto qualcuno?
Teme di no, Idra, e perciò espone al ministro dei Beni e delle attività culturali Giuliano Urbani, e al soprintendente per i Beni architettonici ed il paesaggio Domenico Valentino, le magagne progettuali, procedurali o esecutive che rischiano di marcare con danni irreparabili le più antiche architetture di Firenze, le tombe monumentali etrusche della Mula e della Montagnola (VII secolo a.C.) a Quinto Fiorentino, e l’ingente quantità di beni che si trovano nella capitale della cultura sulla verticale e ai lati del doppio tunnel TAV approvato sotto la città.
Idra ha enumerato una quantità di leggerezze e di inosservanze dei più elementari criteri di tutela, nei due esposti trasmessi rispettivamente lo scorso 26 luglio a Urbani e lo scorso 25 settembre a Valentino.

Particolarmente grave appare la mancata conferma al geologo della Soprintendenza Archeologica della Toscana, dott. Pasquino Pallecchi, dell’incarico – sollecitato e ottenuto da Idra - di seguire da vicino i lavori TAV nell’area archeologica di Quinto Fiorentino, dopo che una preoccupata relazione dello stesso dott. Pallecchi aveva evidenziato i seri fattori di rischio a carico dei due monumenti (di cui la Soprintendenza aveva peraltro diagnosticato già nel ’97 le condizioni critiche), a breve distanza dai quali la linea TAV si incunea proprio dopo una curva a 90°! I risultati del monitoraggio del piezometro collocato dopo la relazione del dott.

Pallecchi a ridosso della tomba della Montagnola non sarebbero a disposizione né del geologo né di altre autorità pubbliche in grado di leggerli, per quanto risulta all’associazione ecologista fiorentina, che ne ha invano richiesto copia. Presso l’altra tomba monumentale, detta "La Mula", neanche un misero piezometro risulta comunque installato, nonostante essa sia diagnosticata come più a rischio della stessa Montagnola. Apparenti gravissime negligenze, secondo Idra, che attende da oltre due mesi un’ispezione da parte del ministro, opportunamente informato e documentato al riguardo.
In relazione ai lavori TAV sulla tratta Bologna-Firenze, Idra lamenta anche la circostanza per cui l’Osservatorio Ambientale nazionale vede un continuo balletto di presidenze, che ogni volta necessitano di un periodo di acquisizione delle informazioni sull’opera (è solo grazie all’interessamento di Idra, per inciso, che il prof.

Raffaello Nardi, neo-presidente, ha potuto visitare lo scorso 19 settembre la Montagnola, e ricevere alcune prime informazioni). Nel corso del sopralluogo alla Montagnola col prof. Nardi, è stato possibile avere conferma del timore che i controllati sarebbero di fatto anche i controllori dei dati (ancorché insufficienti, come abbiamo visto) dei monitoraggi. Ecco perché Idra propone che il prof. Francesco Nicosia, già Soprintendente Archeologico della Toscana, sia nominato dal ministro autorità garante e tutore dei due monumenti.
Ancor più grave, se possibile, la situazione dei beni culturali nella città capoluogo.

"Firenze possiede una "esposizione" praticamente unica al mondo, di un tipo diverso dal solito, qualora per "esposizione" si voglia considerare non soltanto il valore economico e monetario dei beni ma anche quello culturale ed artistico. Tutto questo a causa dell'elevatissima concentrazione di monumenti ed opere d'arte nella città". Lo si legge nello studio Geologia urbana di Firenze a cura del prof. Mario Boccaletti (Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Firenze) e di altri sette esperti delle Università di Firenze, Bologna e Camerino, e del CNR di Firenze (Corti G., Gargini A., Gasperini P., Piccardi L., Pranzini G., Vannucci G., Moratti G.), pubblicato sul numero 4 / 98 del periodico trimestrale della Società Italiana di Geologia Ambientale "Geologia dell’Ambiente".

Ebbene, in questo contesto, non esiste un censimento dei beni a rischio TAV. L’unico testo che l’allora soprintendente Mario Lolli Ghetti ha fornito a suo tempo a Idra è stato un mero elenco dei nomi degli edifici sulla verticale dei tunnel (Fortezza da Basso, Arco dei Lorena, Porta S. Gallo, Porticato del Poggi, edilizia otto-novecentesca del viale Spartaco Lavagnini, tutto il complesso degli ex Macelli, l'insieme dei fabbricati della così detta Squadra Rialzo, il serbatoio idrico, la Centrale Termica): un elenco ben più scarno dunque di quanto richiesto dalla soglia di attenzione voluta oggi dalla Regione Toscana con la fascia di 2 km per lato nei monitoraggi.

Un elenco privo inoltre di qualsiasi dettaglio sulla consistenza e sul valore delle opere contenute, e di una radiografia del loro stato attuale (qualsiasi privato si attrezza con un "testimoniale di stato", se l’autorità pubblica non ha pensato di garantirglielo, per tutelare la propria abitazione). Il ministro Giovanna Melandri non ha mai risposto da parte sua alla richiesta che Idra ha avanzato di stanziare risorse per un censimento minimamente decoroso dei beni a rischio, né il Comune di Firenze risulta aver proposto una propria iniziativa al riguardo.
La cultura non è di casa a Firenze, a quanto pare, o almeno non lo è stata: ecco perché Idra si appella a Domenico Valentino, che già nel ’94 spiegò con chiarezza e coraggio di non apprezzare il progetto di penetrazione urbana di Firenze da parte della TAV.
A Valentino Idra ha consegnato anche copia dell’esposto su Mula e Montagnola, perché il caso paradigmatico della competenza del geologo, usata obrtorto collo e poi subito accantonata, insegni l’importanza di attrezzarsi in modo indipendente sul piano tecnico.

Manca infatti a Firenze un Osservatorio Ambientale locale (l’unico che nel Mugello sia stato in grado di raccogliere le esigenze dei cittadini, di assisterli in qualche modo nel confronto impari con la TAV, e di quantificare almeno la mole dei danni provocati dalla TAV stessa). Mentre l’Osservatorio Ambientale nazionale, la cui prima riunione ha avuto luogo circa un anno dopo l’inizio dei lavori al Romito, è tuttora non-operativo, dato che non è stata ancora siglata la convenzione con l’ARPAT, il suo unico e insostituibile supporto tecnico.
Idra ricorda inoltre come si sommino pericolosamente nell’Osservatorio nazionale per il nodo TAV di Firenze competenze di elevato impegno temporale (il presidente è anche direttore della Direzione Urbanistica del Comune di Firenze) o di dubbia compatibilità (il membro designato dalla Regione Toscana, di quel progetto ha anche siglato la Valutazione di Impatto Ambientale).
Idra auspica che il soprintendente Domenico Valentino accerti le numerose altre incongruità progettuali segnalate dall’associazione, e aiuti la città a evitare che al sottoattraversamento si metta mano prima che le urne restituiscano il prossimo risultato elettorale, atteso che - come parecchi valutano - difficilmente esso potrà premiare l’amministrazione uscente, che ha scelto la continuità con l’amministrazione Primicerio a fronte del pesante fardello da essa ereditato.

I cittadini non potranno non tener conto anche dell’elevata spesa di denaro pubblico per progetti volta volta presentati, pubblicati, distribuiti, pubblicizzati come risolutivi e definitivi, ma poi anche accantonati (come nel caso del progetto di stazione TAV), con responsabilità apparentemente oggettive che Idra non ha mancato di segnalare alla Corte dei Conti.

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