Per la prima volta esposti tutti gli oggetti d’oro rinvenuti a fine ottocento nella necropoli dell’antica Vetulonia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2002 16:10
Per la prima volta esposti tutti gli oggetti d’oro rinvenuti a fine ottocento nella necropoli dell’antica Vetulonia

Collane, bracciali, orecchini, fibule e pendagli, diademi in oro: ovvero tutta l’impareggiabile bellezza e raffinatezza, lo sfarzo, il lusso e la ricchezza di cui seppero circondarsi i “principi” etruschi di Vetulonia, una delle dodici principali città dell’antica Etruria. Circa 100 oggetti in oro creati ed usati da uomini e donne di una civiltà che pose il gusto per la bellezza come ragione di vita saranno esposti nel Museo Archeologico di Vetulonia (Gr) dal 7 luglio al 30 settembre 2002.

Una mostra che rappresenta un vero evento, non solo per suo valore inestimabile e per l’immaginario che questo nobile metallo sa da sempre evocare. La particolarità di questa mostra sta anche nella sua unicità se si considera che questi oggetti, rinvenuti nelle necropoli dell’antica Vetluna vengono esposti per la prima volta in assoluto e tutti insieme proprio nel territorio in cui videro la luce. Oggetti magnifici realizzati nelle botteghe con tecniche a stampo, a granulazione e a pulviscolo (realizzazione che fu tipica solo degli etruschi): sono corredi funerari risalenti al periodo orientalizzante (2.400 – 2.700 anni fa) rinvenuti a fine ottocento, quando il medico Isidoro Falchi che avviò una campagna di scavi sugli splendidi colli nell’entroterra di Castiglione della Pescaia.

Da allora questi monili d’oro non sono mai stati esposti e giacciono nei magazzini della Soprintendenza di Firenze. Un’occasione unica per il vasto pubblico con una visione che saprà evocare la vita delle gentes aristocratiche della città. Una iniziativa che è stata realizzata grazie al lavoro del consigliere delegato alle Politiche Culturali Fabiola Favilli ed all’insostituibile supporto scientifico di Simona Rafanelli direttrice del Museo di Vetulonia, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana.

La mostra ha anche avuto il patrocinio della Provincia di Grosseto, della Regione Toscana ed el Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.“Per la prima volta questi oggetti tornano nel luogo del loro ritrovamento - spiega Fabiola Favilli – a significare la volontà di Castiglione della Pescaia di riappropriarsi della sua identità, a cominciare da quella legata alle sue radici più profonde”. Una iniziativa che si inserisce nell’ambito del programma avviato dall’Amministrazione di rilancio del Museo Archeologico di Vetulonia “Isidoro Falchi”, struttura restaurata ed aperta al pubblico dopo quasi vent’anni di chiusura contenente oggetti di inestimabile valore.

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