Alta adesione, secondo i dati resi noti dal sindacato, allo sciopero generale regionale di 4 ore indetto ieri in Toscana dalla sola Cgil in difesa dell'art.18.
Nessuna apertura anche per il museo di San Marco, a causa dell'astensione dal lavoro proclamata dalla Cgil toscana in difesa dell'articolo 18. Complessivamente, secondo i dati del sindacato, l'adesione allo sciopero in tutta la regione e'
stata piu' dell' 80% dei lavoratori.
Il presidente regionale della CNA, Gino Barattini, ha così espresso la posizione della propria Organizzazione in relazione allo sciopero di oggi proclamato dalla Cgil.
"Se questo sciopero - ha commentato - è inteso come un'azione di solidarietà nei confronti del leader della Cgil, in relazione agli eventi degli ultimi giorni, allora vogliamo manifestare anche la nostra solidarietà a Cofferati".
"Se invece questo sciopero è inteso come riaffermazione ad oltranza di posizioni statiche di difesa dell'esistente, allora noi non lo condividiamo - ha aggiunto Barattini - perché il cambiamento è presuppostto indispensabile per la crescita dell'economia in un mondo che è in continuo cambiamento. L'immobilismo può andare solo contro gli stessi lavoratori e le imprese che operano sul mercato".
Il presidente Barattini ha anche riaffermato il valore della concertazione che rispetta la pari dignitità delle altre parti sociali.
"A noi fa paura - ha sottolineato - la parola "dialogo" , perché in altri paesi europei indica un rapporto unilaterale con il potere industriale. Ci fa paura tutto quello che possa essere imposto con la forza nei cambiamenti, perché fa sfumare quel senso della parola democrazia che significa coinvolgimento, convincimento e la più larga adesione ai cambiamenti". "Dalle nostre parti si dice che il miglior contratto è sempre quello che lascia tutti scontenti, perché vuol dire che tutti abbiamo raggiunto qualcosa ma allo stesso tempo abbiamo perso qualcosa".
«Abbiamo aderito allo sciopero indetto della Cgil perché riteniamo importante tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori».
Lo ha detto il capogruppo di "Insieme per l'Ulivo in Toscana Giovanni Fittante secondo il quale «uno Stato di diritto non si fonda sulla libertà indiscriminata di licenziare». «Ora più che mai - ha aggiunto Fittante - c'è bisogno di una rinnovata unità sindacale per lottare contro chi ha come unico obiettivo lo smantellamento dello stato sociale. Sì al dialogo ed al confronto, anche con il governo, purché si realizzi una vera riforma che sviluppi l'occupazione e rilanci l'economia».