Politiche rurali: la presentazione del rapporto Arsia-Irpet

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2002 18:45
Politiche rurali: la presentazione del rapporto Arsia-Irpet

FIRENZE- Dati che confermano ancora una volta il ruolo centrale occupato dall'economia rurale nella nostra regione, ma che soprattutto premiano con particolare evidenza le politiche rurali della Regione Toscana a favore della qualità, dell'innovazione, del ricambio generazionale. E' questa, in estrema sintesi, la valutazione che l'assessore all'agricoltura Tito Barbini ricava dalla lettura del quarto Rapporto sull'economia e le politiche rurali in Toscana che, frutto della collaborazione tra Arsia ed Irpet, è stato presentato oggi a Palazzo Bastogi.

"Un lavoro - spiega l'assessore - che ci conforta nelle nostre scelte, perché con la forza delle cifre dimostra quanto abbia pagato il nostro impegno per una agricoltura non di quantità ma di qualità, imperniata sulle produzioni tipiche e tradizionali, sulla valorizzazione delle culture e dei territori, sulla diversificazione delle attività. Tutto questo rappresenta una precisa scelta di fondo, di cui fa parte anche il nostro impegno per un'innovazione intelligente e attenta, in grado di coniugare tradizione e modernità, e allo stesso tempo l'impegno per aiutare nuovi soggetti, in particolare giovani e donne, a diventare protagonisti dell'economia rurale.

Il rapporto - ricorda ancora Barbini - ovviamente non è fatto solo di luci, ma pure di qualche ombra, penso ad esempio alla diminuzione del valore della produzione vendibile a prezzi costanti, peraltro in aumento a prezzi correnti, oppure alla diminuzione di alcune produzioni per motivi legati soprattutto a fattori climatici, tuttavia sono convinto che abbiamo definitivamente superato il periodo più difficile per l'agricoltura toscana. L'anno che ci lasciamo alle spalle è stato di particolari soddisfazioni".

Il rapporto infatti segnala una sensibile crescita di indicatori economici quali l'occupazione (più 4,1 per cento) e gli investimenti (più 4 per cento, con un incremento particolarmente forte per gli immobili rurali - più 26,4 per cento - e per le macchine e attrezzature - più 17,4 per cento), in un contesto regionale che vede il ruolo fondamentale dell'agricoltura riaffermato in più del 70 per cento del territorio complessivo. Prosegue il trend positivo dell'export - per il quale si conferma il ruolo preminente delle produzioni tipiche a partire dall'olio e dal vino (solo quest'ultimo ha raggiunto i 400 milioni di esportazioni): le esportazioni toscane sono aumentate di 185 milioni di euro (ma le importazioni sono aumentate di più, con un incremento di 251 milioni), in particolare sul mercato nordamericano (più 46 per cento), ma anche con un sensibile recupero su quello giapponese.

La diversificazione delle attività trova importanti conferme, a partire dall'andamento dell'agriturismo che, con 2.300 imprese, rappresenta oggi in Toscana un giro di affari per gli agricoltori di poco meno di 200 milioni di euro, con un indotto di ulteriori 300 milioni di euro. Ma è tutto il mondo dell'agricoltura toscana che sta cambiando e rinnovandosi, aprendosi a nuovi soggetti, nuove professionalità, nuove energie imprenditoriali, in una realtà complessa, articolata e soprattutto tanto diffusa da coinvolgere a tutt'oggi 50.300 imprese iscritte nei registri delle Camere di Commercio, a cui si aggiungono altri 90 mila soggetti più o meno attivi nel settore.

"I dati dell'ultimo censimento - ricorda Barbini - segnalano che in Toscana quasi il 13 per cento delle imprese sono guidate da donne e che oltre il 20 per cento sono in mano ad imprenditori con meno di 36 anni. Sono due importanti cartine tornasole di un'economia rurale che sa manternersi al passo con i tempi, in grado di utilizzare capacità professionali maturate anche in altri settori".

In evidenza