Dismissione del patrimonio immobiliare
Coordinamento Autogestioni e Assegnatari di Firenze: olo i lavoratori devono decidere sul futuro delle case costruite coi loro soldi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 giugno 2002 06:36
Dismissione del patrimonio immobiliare<BR>Coordinamento Autogestioni e Assegnatari di Firenze: olo i lavoratori devono decidere sul futuro delle case costruite coi loro soldi

"Un intervento intelligente che ha salvaguardato i ceti più deboli rendendo possibile la proprietà e il diritto a una casa". E' il commento dell'assessore alle politiche per la casa Tea Albini che stamani in Palazzo Vecchio ha presentato le soluzioni che si sono verificate dopo la decisione da parte del Nuovo Pignone di alienare il patrimonio immobiliare, costituito da 96 alloggi in via Perfetti Ricasoli. Alla conferenza stampa erano presenti anche Alessio Gramolati (segretario della Camera del Lavoro), Claudio Giardi (Rsu Nuovo Pignone), Stefano Tossani (Cooperativa Unica), Franco Belli (Sunia), Giovanni Aquila (direttore attività immobiliari G.E.

Italia) e Renzo Borsari (relazioni esterne Nuovo Pignone). "Nell'ambito di questa operazione - ha detto ancora l'assessore Albini - siamo stati investiti del problema relativo a quattro famiglie seguite dai servizi sociali del Comune che non potevano esercitare il diritto di prelazione, nonostante la convenienza per l'acquisto. Ecco allora che l'Amministrazione Comunale ha acquistato quattro appartamenti al prezzo di 64.557 euro, 125 milioni di vecchie lire ciascuno, per un totale complessivo di 258.228 euro, 500 milioni, e li ha destinati alle stesse famiglie, con un canone di affitto come si trattasse di alloggi comunali".

In dettaglio, l'operazione ha avuto questo risultato: 83 alloggi sono stati acquistati dagli assegnatari, 4 dal Comune di Firenze e 9 dalla Cooperativa Unica, che ha comunque garantito la permanenza alle famiglie interessate e a rinnovare i contratti di locazione a canoni concordati
Il Coordinamento Autogestioni e Assegnatari di Firenze ha intanto sintetizzato in un volantino la posizione dei sindacati e dei lavoratori sulla privatizzazione del patrimonio edilizio pubblico,costruito, per l'appunto,con i fondi Gescal ricavati dalla busta paga dei lavoratori stessi.

Il principio è che se queste case sono state costruite coi soldi dei lavoratori i lavoratori devono decidere sul futuro di queste case:
"Si privatizzano le case popolari con una SPA immorale -scrive alla CGIL, ai delegati cgil, alle r.s.u., ai lavoratori- Lo conferma spudoratamente lo stesso sindaco di Firenze Domenici ed è scritto nello statuto della stessa SPA: entro due anni azioni ai privati! Questo patrimonio appartiene ai lavoratori, l’hanno pagato con il contributo Gescal! La natura stessa della SPA e l’ingresso dei privati significa l’abbandono della politica sociale della casa, l’aumento dei canoni sociali e la fine dell’effetto calmieratore sul mercato degli affitti".
Il documento conclude invitanto i delegati CGIL ed i lavoratori ad inviare al Sindaco di Firenze, nonché presidente dell’ANCI Domenici un appello a bloccare la CASA SPA e a sostituirla con un Ente Pubblico Economico.

Collegamenti
In evidenza