Staffetta Reims-Firenze contro la distonia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2002 19:20
Staffetta Reims-Firenze contro la distonia

E' partita da Reims, città francese gemellata con Firenze, ed è arriverà questo pomeriggio a Palazzo Vecchio, una staffetta ciclistica contro la distonia, quella malattia del movimento caratterizzata da contrazioni muscolari involontarie, che costringono alcune parti del corpo ad assumere posture o movimenti anormali e spesso dolorosi. La staffetta è composta da nove studenti dell'università di Reims, tutti volontari della "Lega francese contro la distonia", due docenti, un meccanico e tre autisti accompagnatori.

Obiettivo dell'iniziativa far conoscere questa malattia che può colpire qualunque parte del corpo e che, in ordine di prevalenza, è il terzo tra i disturbi del movimento più diffusi, dopo la malattia di Parkinson e i tremori. A Fucecchio la staffetta sarà raggiunta da una delegazione di ciclisti della polisportiva Casellina con il Presidente Silvano Baldi mentre a Firenze li attenderà una pattuglia ciclistica della polizia municipale per scortarla fino all'arengario di Palazzo Vecchio, dove li accoglierà la Presidente della commissione per le politiche sociali e della salute Susanna Agostini.

«Le attuali politiche della salute - ha spiegato l'Agostini - per essere davvero appropriate devono occuparsi sempre più di percorsi personalizzati sin dal precoce riconoscimento delle patologie. La distonia è una malattia difficile da diagnosticare: è per questo che è necessaria una campagna informativa che contribuisca a farla riconoscere sin dai primi sintomi collaterali». «Condivido la richiesta avanzata dalla Presidente della delegazione toscana sulla distonia Filomena Simone - ha concluso la Presidente Agostini - è necessario che le diverse specializzazioni mediche collaborino sempre più considerando la persona malata nel suo complesso e non parcellizzandone i sintomi collaterali.

I rapporti con le città gemellate in Europa sono necessari anche per condividere importanti politiche di prevenzione sanitaria».

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