Sabato 1° giugno Moni Ovadia alla Villa San Lorenzo al Prato di Sesto Fiorentino (ore 21,15)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 maggio 2002 13:32
Sabato 1° giugno Moni Ovadia alla Villa San Lorenzo al Prato di Sesto Fiorentino (ore 21,15)

"La bottiglia vuota" è un monologo sul mondo khassidico, cioè sul mondo di quella corrente di ebrei ortodossi di ispirazione mistica che hanno introdotto nel pensiero e nella prassi ebraica una sorta di profondità/levità nuova, vagamente astratta e a volte apparentemente non﷓sense, pur mantenendosi nel solco di una saggezza profondissima, assolutamente fondamentale per capire lo spirito più acuto dell'umorismo ebraico.
Ovadia traccia la storia e le caratteristiche di questi "khassidim" (appartenenti al mondo khassidico) attraverso aneddoti, storielle e canzoni tratte dal patrimonio culturale dell’ebraismo orientale in chiave semiseria, come è solito fare.
L’assoluta novità è che per la prima volta Ovadia si accompagna da solo con la chitarra riuscendo a dare all’interpretazione una dimensione ‘piccola’, raccolta, interiore, bellissima.
In aggiunta, a fare da sottofondo al parlato, un musicista esegue temi melodici di tradizione klezmer e di altre culture dell’est Europa.
Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946.

Studia a Milano dove si laurea in Scienze Politiche e incomincia la sua attività artistica come cantante e musicista nel gruppo dell’Almanacco Popolare sotto la guida dell’etnomusicologo Roberto Leydi. Nel 1972 fonda e dirige il Gruppo Folk Internazionale, che si dedica allo studio della musica tradizionale di vari Paesi, in particolare dell’area balcanica. Nel 1978 il gruppo cambia struttura e diventa “Ensemble Havadià”, dedicandosi a musiche di propria composizione.
Il lavoro teatrale vero e proprio inizia nel 1984, quando avvia una serie di collaborazioni con numerose personalità teatrali tra cui Pier’Alli, Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Giorgio Marini, Franco Parenti.

E proprio con il Teatro Franco Parenti crea, in collaborazione con Mara Cantoni, lo spettacolo Dalla sabbia dal tempo in occasione del Festival di Cultura Ebraica del 1987. È questa per Moni Ovadia l’occasione di fondere le proprie esperienze di attore e di musicista, dando vita alla proposta di un “teatro musicale” intorno al quale ancora oggi opera la sua ricerca espressiva.
Nel 1990 fonda la TheaterOrchestra e inizia a lavorare stabilmente con il CRT Artificio di Milano che produce lo spettacolo Golem, messo in scena con la collaborazione di Daniele Abbado.

Dopo il debutto al Petruzzelli di Bari viene presentato con successo a Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York.
Ma è con Oylem Goylem, una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, che Ovadia si impone all’attenzione del grande pubblico. Sempre con Mara Cantoni dà vita nel gennaio del 1995 a Dibbuk, spettacolo sulla Shoah che viene accolto come uno degli eventi più importanti della stagione teatrale.

In evidenza