31 animali salvati e trasferiti in altre regioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 maggio 2002 14:35
31 animali salvati e trasferiti in altre regioni

16 maggio 2002 – Non sempre il controllo della fauna selvatica si fa con l’abbattimento. Nelle ultime settimane l’Ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Firenze si è trovato a dover fronteggiare alcune problematiche connesse con la eccessiva presenza di caprioli in due aree di particolare interesse, nelle quali non risultava opportuno l’utilizzo di mezzi cruenti di prelievo.
La prima di esse ha riguardato i dintorni dell’Autodromo del Mugello, a Scarperia, dove nel fondo chiuso circostante gli impianti sportivi, alcuni caprioli rimasti chiusi nell’ampio parco gestito dalla Società Ferrari si sono negli anni riprodotti sino a raggiungere una consistenza non compatibile con lo spazio a disposizione.


La seconda ha interessato invece la Zona di Ripopolamento e Cattura di Vaggio, nel comune di Reggello, gestita dall’ATC Firenze 5, dove il regime di completa protezione ha permesso col tempo la costituzione di una numerosa popolazione del piccolo cervide e l’insorgere di conseguenti problemi di danneggiamento delle colture agro-forestali.
In entrambi i casi è stato scelto di sperimentare una metodologia d’intervento complessa ma che permettesse lo spostamento degli animali vivi attraverso la loro cattura con speciali reti a caduta.
Le operazioni coordinate dal Responsabile Tecnico dell’Ufficio Caccia e Pesca Vito Mazzarone e dagli Istruttori della Polizia Provinciale Casini, Lapucci e Quercioli, hanno visto l’appassionato coinvolgimento degli Agenti Provinciali e dei cacciatori di selezione fiorentini (nella foto) aderenti all’U.R.C.A.

ed alle Associazioni Venatorie, nonché dei Tecnici Faunistici degli ATC, della società Dream di Arezzo e di volontari di Legambiente.
Gli animali catturati in tre sessioni sono stati complessivamente 31: 12 maschi e 19 femmine che sono stati trasferiti in parte in un’area interessata ad un progetto scientifico di reintroduzione in Provincia di Alessandria, in parte in una riserva naturale dell’Umbria gestita dal Corpo Forestale di Perugia, dove i caprioli immessi daranno vita ad una nuova popolazione.
Di particolare interesse è stato il coinvolgimento nelle catture e nel trasporto dei caprioli diretti ad Alessandria del personale della Facoltà di Veterinaria di Torino, coordinato dal professor Giuseppe Meneguz: oltre al controllo sanitario, le femmine catturate sono state, tra l’altro, subito sottoposte ad ecografia.

L’esame ha permesso di accertare il loro stato di gravidanza e la presenza altri 19 piccoli caprioletti che nasceranno nel giugno prossimo direttamente nei luoghi di immissione.
Nel complesso le operazioni hanno avuto un grande successo, non solo perché la sperimentazione permetterà di applicare nuove strategie per la gestione della specie in aree di eccessiva densità della Provincia. L’iniziativa ha soprattutto dimostrato, come sottolinea l’assessore alla caccia della Provincia Mario Lastrucci “come possa sussistere una fattiva collaborazione tra cacciatori, associazioni ed istituzioni per realizzare progetti concreti di conservazione della fauna.

L’entusiasmo e l’attiva partecipazione dei cacciatori di selezione fiorentini alla reintroduzione del capriolo in altre aree protette italiane ne è la prova”.

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