Progetto Erbario del Centro e dell'I.I.S. di Empoli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2002 17:42
Progetto Erbario del Centro e dell'I.I.S. di Empoli

Prosegue l’attività di indagine a 360 gradi del Centro di Ricerca nell’affascinante mondo della biodiversità del Padule di Fucecchio. L’ultimo ambizioso progetto, già in corso d’opera, riguarda la realizzazione di un erbario completo di tutte le piante vascolari presenti nel bacino palustre.
Considerata l’ampiezza del comprensorio esaminato, l’eterogeneità degli ambienti compresi, e di conseguenza la presenza di un numero rilevante di specie vegetali, si tratterà di un lavoro molto impegnativo, di durata pluriennale, che consentirà tuttavia di mettere a punto due strumenti di elevato valore ed utilità a fini scientifici e didattico-divulgativi: un erbario tradizionale con campioni essiccati e un erbario fotografico realizzato con tecnologie informatiche.
Il progetto è reso possibile grazie all’opera instancabile e scrupolosa di Marco La Rosa e Massimo Astarita, il primo insegnante di chimica, l’altro di biologia presso l’I.I.S.

– Istituto di Istruzione Superiore “Ferraris-Brunelleschi” di Empoli, che hanno intrapreso da tempo questa attività anche nell’ambito dei progetti di studio promossi nel loro istituto, grazie alle nuove opportunità collegate all’autonomia scolastica.
Riguardo agli aspetti didattici, entrambe le versioni dell’erbario, ma in particolare quella fotografica, che sarà disponibile anche su CD-ROM e in rete, sono concepite per offrire un versatile ausilio didattico agli insegnanti di scienze, dalla scuola elementare alla media superiore.
Uno strumento di lavoro aperto anche al contributo degli insegnanti che con la propria classe vorranno apportare aggiornamenti, o più semplicemente compiere esercitazioni e verifiche, attraverso attività sul campo, seguendo precise metodiche di indagine botanica.

Sotto il profilo scientifico questa opera consentirà di aggiornare l’elenco floristico del Padule di Fucecchio (l’ultimo, del Professor Garbari, risale al 1977) e di mettere a disposizione di studenti e ricercatori che in avvenire vorranno dedicarsi allo studio della flora del Padule una rilevante quantità di materiali.
Tale progetto inoltre risulta perfettamente complementare all’indagine vegetazionale (ovvero rivolta in particolare allo studio delle formazioni vegetali come il canneto, il cariceto ecc., piuttosto che alle singole specie che ne fanno parte) recentemente svolta e pubblicata dal Centro nell’ambito del progetto regionale “Lungo le Rotte Migratorie”.

A otto mesi dall’inizio del lavoro sono già state effettuate importanti osservazioni e una scoperta di rilevante interesse scientifico, perché inerente una specie molto rara, mai segnalata prima d’ora in quest’area. In sintesi, sta emergendo la presenza di numerose specie in precedenza non riscontrate, riconducibile nella maggioranza dei casi al processo di cosmopolitizzazione di numerose piante, favorite nella loro diffusione dall’azione umana di trasformazione degli ecosistemi naturali.
Al contempo vi è la preoccupante conferma di quanto già emerso dall’indagine vegetazionale del Centro, circa la notevole rarefazione di entità strettamente acquatiche, particolarmente danneggiate dall’azione di animali introdotti come la Nutria e il Gambero rosso della Louisiana.

Di segno completamente opposto (e decisamente incoraggiante per chi ha a cuore le sorti del Padule) è la scoperta di una nuova, piccola, stazione di Hottonia palustris, l’unica primula acquatica della flora europea, purtroppo assai rara e seriamente minacciata di estinzione nel nostro Paese. Il Centro ha già provveduto ad inviare la segnalazione alla Società Botanica Italiana.
Un’ultima notazione importante riguarda l’estetica molto curata del lavoro, con realizzazione di essiccati completi corredati da didascalia scientifica manoscritta in caratteri gotici, seguendo le norme usate nell’Index Erbariorum.

In evidenza