Su Nove da Firenze uno studio sui malati psichiatrici del Q. 5 di Firenze
E' il frutto della collaborazione con il Comune e l'Università di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 maggio 2002 18:55
Su Nove da Firenze uno studio sui malati psichiatrici del Q. 5 di Firenze<BR>E' il frutto della collaborazione con il Comune e l'Università di Firenze

FIRENZE- I malati psichiatrici residenti nel Quartiere 5 di Firenze sono l'oggetto di una ricerca sociale i cui risultati saranno pubblicati on line, da venerdì 10 maggio, su NOVE.
La ricerca viene pubblicata dall'Associazione culturale Rete di Comunicazione, che edita "Nove da Firenze". La pubblicazione si giova di un contributo finanziario erogato dall'Assessorato alle Politiche socio-sanitarie del Comune di Firenze.
On line si trova tutto il materiale raccolto ai fini di una tesi di laurea in Servizio sociale presso l'Università degli Studi di Firenze.

L'autrice è Miriam Curatolo, che discuterà la propria tesi venerdì prossimo alle ore 15:00 presso la Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri". In contemporanea il testo completo della ricerca sarà consultabile on line.
Oggetto della ricerca sono i risultati concreti di progetti di inserimento lavorativo di malati psichiatrici ad opera dei servizi sociali del Quartiere 5 (Rifredi, Novoli, Castello, Piagge). Lo studio ha richiesto circa un anno per la raccolta dei dati attraverso l'analisi delle cartelle cliniche e sociali.

Oltre ad interviste ai familiari e agli operatori professionali, è stato raccolto anche il racconto dei pazienti sul loro vissuto e sulle esperienze lavorative.
Dal lavoro di ricerca emerge il ruolo strategico dell'assistente sociale, una figura professionale centrale, punto di riferimento e di raccordo tra la rete istituzionale e non (famiglie, cooperative, volontariato, società).
Attualmente le strutture pubbliche (Comune, ASL) si trovano in una condizione di carenza d'organico. Ogni singolo assistente sociale può trovarsi a gestire un carico di molte centinaia di utenti.

Ciò comporta difficoltà operative nella realizzazione di progetti complessi come quelli legati al reinserimento sociale attraverso il lavoro di soggetti colpiti da malattia mentale.
Le imprese, come la comunità, tendono a considerare i malati psichiatrici come un elemento di instabilità, se non addirittura un ostacolo alla logica produttiva. Le aziende private e le cooperative, per partecipare ai progetti di reinserimento, richiedono un rapporto vivo e constante con le istituzione preposte.

Una sfida il cui obiettivo non è la semplice occupazione del tempo delle persone malate, quanto la riappropriazione della loro identità sociale attraverso un riconoscimento di cittadinanza.

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