Venerdì 3 maggio (ore 23.00) Craig alla Leopolda di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 aprile 2002 13:02
Venerdì 3 maggio (ore 23.00) Craig alla Leopolda di Firenze

Detroit: città dei motori, della meccanica, dell'industria pesante, delle catene di montaggio, dell'alienazione da lavoro e delle sue folli via d'uscita. Non poteva che nascere a Detroit, la musica techno: la musica "estrema" per eccellenza, quella che ha sconvolto i canoni della creazione e soprattutto della fruizione artistica. Parlando della storia (e del presente) della musica techno, Carl Craig ne è uno snodo a dir poco fondamentale. E' il 1989 quando Carl incomincia a collaborare concretamente col grande padrino della scena techno di Detroit, Derrick May, imparandone i trucchi migliori ma sviluppando fin dall'inizio un suo linguaggio personale.

I suoi primi singoli, "Elements" e "Crackdown", restano tracce seminali, così come l'ep uscito due anni dopo, nel 1991, dal titolo "Four Jazz Funk Classics". Il nome di Craig varca i confini di Detroit per approdare direttamente in Europa (si fece conoscere nei primi anni '90 girando al seguito degli Inner City di Kevin Saunderson in alcune date inglesi, e facendo poi alcune apparizioni al Ministry Of Sound londinese). Un fantastico remix per "God" di Tori Amos, lungo una decina di minuti e datato 1994, gli dà la fama definitiva anche al di là dello stretto circuito degli appassionati.

La Mute, l'etichetta dei Depeche Mode, lo mette sotto contratto per la sua sussidiaria Blanco Y Negro: il risultato è "Landcruising", uscito nel 1995, seguito poi da quel capolavoro assoluto della musica elettronica che è "More Songs About Food And Revolutionary Art" (1997, etichetta Planet E, l'etichetta personale di Craig), una struggente sinfonia digitale di geometrica dolcezza e malinconia. Ma c'è anche un'altra strada da seguire nel percorso artistico del signor Craig, ed è quella che va sotto il nome di Innerzone Orchestra.

Questo nome fa capolino per la prima volta nel 1992 con "Bug In The Bassbin" e col tempo raduna attorno a sé le forze creative di Richie Hawtin (aka Plastikman), del "delfino" Matt Chicoine (aka Recloose) e dei jazzisti Paul Randolph, Francisco Mora e Craig Taborn (già col fantastico James Carter Quartet). Il risultato finale è "Programmed", uscito nel 1999 per la Talkin' Loud di Gilles Peterson, un disco che mette insieme i digi-panorami abituali di Craig con il soffio del soul e degli strumenti acustici.

La consacrazione di Craig fra le figure fondamentali della musica dell'ultimo decennio è definitiva, il suo status di artista di culto varca i confini di genere, pur restando chiaro che le sue radici stanno ben salde nella scena techno di Detroit, come confermerà il minimalista cd-mix "Dj Kicks" uscito per la !K7.

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