Cittadini e artigiani uniti all’arrivo di Domenici in Oltrarno: no allo snaturamento del Vecchio Conventino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2002 07:12
Cittadini e artigiani uniti all’arrivo di Domenici in Oltrarno: no allo snaturamento del Vecchio Conventino

Oggi la "Fondazione Michelucci" promuove un progetto di residenze da inserire nel cuore del Vecchio Conventino in via Giano della Bella, seguendo le indicazioni fornite da Palazzo Vecchio. Il progetto in questione – apparentemente già approvato attraverso due provvedimenti, la Delibera n. 00855-Giunta del 27.11.’01 e la Deliberazione n. 194/145 del 19.3.’02 sarà inaugurato oggi dal sindaco in persona.
Sarà la prima volta, fra l’altro, che Leonardo Domenici si affaccia in Via Giano della Bella, già teatro lo scorso autunno, per ben due volte di una forza pubblica inviata a tentare di imporre sotto la collina di Bellosguardo un’antenna per telefonia cellulare illegittima, a ridosso di un edifico vincolato (il Vecchio Conventino, appunto), fra una popolazione ignara e preoccupata.

Decine di cittadini hanno dovuto passare ore e ore di guardia a quel cancello, per due mesi, da ottobre a dicembre, sotto uno striscione che recitava "DOMENICI, CIONI, BIAGI VERGOGNATEVI: LA SALUTE È UN DIRITTO". Poi, dopo la bocciatura della Soprintendenza alle Belle Arti, Palazzo Vecchio ha fatto un passo indietro.
Adesso la "valorizzazione" del Vecchio Conventino di via Giano della Bella, inserendo residenze dentro il tessuto storico del villaggio artigiano.
«In Oltrarno c'è qualcuno che ha "la puzza sotto il naso" e vuole distruggere lo storico ed importante tessuto sociale, dove ancora convivono artigiani e residenti».

Il giudizio del Presidente della commissione sviluppo economico Sabatino Cerrato e riguarda «le assurde obiezioni mosse dal comitato "Oltrarno fuori le mura" e dagli artigiani e artisti del "Vecchio Coventino" contro la possibilità che in questa struttura, oltre al recupero a fini produttivi, sia prevista anche la residenza». «Qualcuno - ha sottolineato Cerrato - non solo ha bocciato questa proposta ma ha addirittura chiesto, a nome degli artigiani e artisti che lavorano nella struttura, il rinvio della cerimonia di inaugurazione dell'atelier di progettazione per il recupero del complesso, affidato alla Fondazione Michelucci».

«Questi signori - ha osservato il Presidente della commissione sviluppo economico - non tengono conto che l'insieme delle relazioni lavorative ed affettive che in questa parte importante di Firenze ancora sopravvivono, grazie alla presenza della residenza storica e delle botteghe artigiane, costituisce un vero e proprio sistema. Un sistema che funziona, un luogo dove tanti vorrebbero abitare, dove ci si conosce quasi tutti, dove le esigenze di chi ci lavora e non ci dorme e di chi ci dorme e non ci lavora, hanno il più alto livello di tolleranza.

Ci sono artigiani che hanno cominciato ad avere vita difficile da quando il vecchio "sanfredianino" non abita più nei pressi delle loro botteghe ed è stato sostituito da chi, "con la puzza sotto il naso", ha reso impossibile continuare a lavorare in nome di "regole da rispettare a tolleranza zero"». «Ebbene - ha concluso Cerrato - per riaffermare quel principio di convivenza quale migliore occasione che prevedere anche una piccola, ma significativa presenza residenziale nel complesso del Vecchio Conventino? Credo che il comitato e gli artigiani siano a conoscenza che su decine e decine di famiglie sanfredianine, spesso composte da persone sole, incombe lo sfratto esecutivo.

Che cosa gli diciamo? Gli troveremo una sistemazione lontano dal loro quartiere, dalle loro strade, dai loro artigiani, dalla loro storia? Inauguriamo e poi cominciamo una serena discussione».
Palazzo Vecchio non sembra tener conto del fatto che già nel 1970 Giovanni Michelucci difendeva l’identità storica del villaggio artigiano del Conventino (mentre oggi la "Fondazione Michelucci" sembra sponsorizzare per conto di Palazzo Vecchio questa trasformazione). Non solo gli artigiani, ma anche i cittadini residenti non gradiscono la trasformazione.
Tutta questa operazione viene coraggiosamente definita dalla Giunta fiorentina "Laboratorio di Progettazione Partecipata" (con le iniziali maiuscole).

Da qualche tempo si legge in effetti il seguente annuncio su una porta del Vecchio Conventino di Via Giano della Bella, sotto il titolo "Laboratorio di progettazione partecipata": Da mercoledì 12 dicembre 2001 prende avvio il Laboratorio di Progettazione Partecipata che coinvolgerà artisti ed artigiani del Vecchio Conventino insieme ai ricercatori della Fondazione Giovanni Michelucci. In fase iniziale il Laboratorio sarà aperto nelle mattine di lunedì e mercoledì, dalle 10.00 alle 13.00. La sede del laboratorio è sull’ala verso Via Villani (stanza superiore a quella di Giovanni Mescoli).

Per informazioni contattare Fondazione Giovanni Michelucci (Arch. Roberto Folini, Arch. Nadia Mosumeci) Tel. 055.59.71.49; Fax 055.59.268; e.mail fondazione.michelucci@michelucci.it.
Ma già nel corso di un’assemblea pubblica lo scorso 18 gennaio 2002 in Oltrarno, dopo una sollecitazione da parte dell’associazione Idra a essere chiara su questo punto, l’assessore al patrimonio Tea Albini aveva ammesso che la "partecipazione" al progetto restava subordinata a una pre-condizione: che dentro il Conventino fossero accettate un numero imprecisato di residenze.

Ma nella stessa piccola strada su cui si affaccia il Conventino (via Giano della Bella) sono ai nastri di partenza due ulteriori progetti di riempimento urbano. Il primo (foto 4 allegata) trasforma un’ex area produttiva in residenze (i due piani attuali sono destinati a essere trasformati in tre piani con la demolizione del solaio, e il prospetto originario viene completamente modificato). Il secondo si presenta anch’esso come un intervento di ristrutturazione-saturazione. Il comitato di cittadini Oltrarno fuori le mura ha calcolato che i nuovi insediamenti residenziali in via Giano della Bella possano significare un ulteriore deficit di 50 posti macchina per la sosta pubblica, 400 transiti in più al giorno stimati su viale Petrarca, la mancanza di 3500 mq.

di spazi verdi (20 mq. per nuovo abitante).
Sembra doppiamente arduo giustificare la scelta a priori di nuove residenze aggiuntive in un contesto del genere: quale compatibilità poi, anche a lume di buon senso, con quello che si vorrebbe far tornare ad essere un vivo e pulsante villaggio artigianale?
Idra chiede quindi in una lettera indirizzata al Sindaco: "Che vengano ritirate le delibere relative alla trasformazione d’uso del Conventino, in quanto vanificano ogni partecipazione al progetto ponendo condizioni capestro sgradite agli artigiani, agli artisti e alla cittadinanza;
che venga avviata una progettazione partecipata seria e autentica, atta a recepire i desiderata di artigiani, artisti, estimatori e residenti dell’area; una progettazione nell’ambito della quale ogni intervento di restauro e ogni previsione d’uso degli ambienti del Vecchio Conventino (ivi compreso l’ampio giardino al suo interno, splendido esempio di hortus conclusus dal delicatissimo valore ambientale e sociale) non prescinda dal consenso, dall’accordo e dalla partecipazione del tessuto connettivo del Conventino stesso, cioè dagli artigiani e dagli artisti che lo abitano e lo connotano da oltre 60 anni".

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