Fiorentina e Firenze: una crisi comune

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 marzo 2002 14:39
Fiorentina e Firenze: una crisi comune

La situazione della Fiorentina, societaria prima che sportiva, è cosa nota, come è nota l’ormai cronica impossibilità di fare chiarezza da parte di una società davvero allo sbando. Ma dove affonda le radici questo fallimento? In quale contesto è maturata questa incredibile crisi, una vera e propria agonia, di una compagine storica del calcio italiano? Per rispondere a questi quesiti è interessante allargare l’orizzonte ad un ambito extra-calcistico, prendendo in esame le problematiche di una città che sembra incapace di creare un piano di sviluppo economico e sociale all’altezza della sua storia e della sua funzione centrale nel panorama nazionale.

Non è questo il luogo per una analisi squisitamente macro-economica della realtà fiorentina. Ma lo spunto che fornisce una recentissima intervista a Mario Sconcerti, giornalista ed ex dirigente viola, deve far riflettere. Sarebbe inutile nascondersi, negando che la vicenda della Fiorentina sia solo la punta dell’iceberg di una situazione particolarmente critica dello sport locale, che deriva a sua volta da una città che continua a rispecchiarsi nelle sue bellezze e nei suoi fasti, ma resta ferma e ripiegata su sé stessa.

E ciò crea una stagnazione grave per la mancanza di progetti veramente seri di sviluppo, in assenza di una imprenditorialità forte e coraggiosa, che dia impulso e nuova vitalità. L’attività delle varie società sportive di Firenze, in questo senso, è lo specchio di una situazione da analizzare con attenzione, soprattutto da parte degli amministratori locali che potrebbero e dovrebbero creare le condizioni per una rinascita economica. Infatti, con l’unica eccezione della pallanuoto, con la Florentia che occupa un ruolo di vertice nel campionato italiano, le altre realtà si trovano o sull’orlo del fallimento o in posizioni di scarso rilievo nelle rispettive competizioni nazionali.

Sconcerti parla senza mezzi termini di Firenze come città da serie B, dove senza un’azione comune da parte di tutti, istituzioni, cittadini, imprenditori, sarà molto difficile risalire. E’ necessario, per iniziare, prendere atto che non basta cullarsi su un passato di gloria e pensare che tutto sia dovuto, a partire da una squadra di calcio competitiva ai massimi livelli. Serve la volontà di avviare un circolo virtuoso che restituisca alla città il suo ruolo vero, che renda Firenze un centro moderno e vitale sotto tutti gli aspetti, pur senza abbandonare nulla di ciò che è tradizione e storia, ma senza adagiarsi su questi valori.

Il rilancio della Fiorentina dovrà rappresentare l'occasione per il rilancio di Firenze. E'doverosa una riflessione da parte di tutti. S.A.

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