Il progetto OCA FIOCA nasce più di due anni fa, grazie agli sforzi e alla volontà di quattro giovani soci, quattro professionisti impegnati con successo nei campi più disparati e accomunati da una stessa passione, buttarsi in una nuova avventura professionale a prima vista azzardata, ma che, sotto sotto, era covata e ponderata da lungo tempo.
I quattro scoprono un grande magazzino in disuso in prossimità del casello autostradale di Prato est, ai confini della zona industriale del Macrolotto, e mentre compiono una prima visita all’edificio, ancora ingombro di scatoloni, vecchi scaffali sfasciati, polvere e ragnatele, nei loro occhi inizia a brillare l’idea del progetto, che comincia così a prendere forma e a svilupparsi.
Lo spazio industriale, svuotato della sua originaria funzione, si riempie prima di tutto di idee che danno sostanza al pensiero: l’idea iniziale, quella del pub, lascia il posto a quella attuale: seicento metri quadri che raccolgono un ristorante sopraelevato e diviso in due ali, con una cucina di spiccata impronta mediterranea curata da due cuochi di esperienza, un grande anfiteatro pensato per concerti dal vivo, un disco bar e uno spazio per iniziative speciali, un’offerta davvero innovativa per le notti pratesi e fiorentine, uno spazio multifunzionale e articolato dove consumare un’ottima cena, ascoltare musica dal vivo bevendo qualcosa o ballare al ritmo della musica più attuale proposta da grandi Dj.
Protagonisti i colori caldi della cultura mediterranea, il rosa aranciato ed il blu, inseriti in un contesto di gusto decisamente attuale, fatto di mosaici in vetro che fasciano il banco del bar, di acciaio e bisalza.
Perché OCA FIOCA?
Il nome del locale è stato oggetto di una lunga riflessione, che ha impiegato qualche tempo prima di dipanarsi ed approdare alla forma attuale. Ci sono state proposte le più varie, addirittura un sondaggio via internet, senza che si arrivasse ancora ad una decisione.
Quando poi il progetto prese forma e le vicende si fecero concrete si arrivò a OCA FIOCA, il più contestato e votato allo stesso tempo, un invito all’eleganza e alla stravaganza; chi lo ha apprezzato, chi lo ha giudicato, chi l’ha deriso e chi invece lo ha sostenuto ostinatamente… “fin quando, ci trovammo insieme a riordinare tavoli e sedie, poco prima dell’inaugurazione, un po’ “storditi” da tante decisioni ponderate, meditate, ricercate, nell’ammirazione totale verso il fascino di questo ambiente così armonico ed equilibrato; qualcuno sfiorò con tatto il materiale col quale le sedute argentate erano rivestite: in quell’occasione nessuno ebbe più dubbi della perfezione di quel battesimo”.