Omicidio Biagi: rivendicazioni anche in Toscana

Redazione Nove da Firenze
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21 marzo 2002 23:09
Omicidio Biagi: rivendicazioni anche in Toscana

L'omicidio del prof. Marco Biagi rappresenta un brusco ritorno al passato che riporta l'Italia nell'atmosfera degli anni di piombo. Compatta la reazione di condanna delle forze politiche sebbene non manchino le polemiche. La manifestazione della Cgil del 23 di marzo contro il governo Berlusconi si trasforma in una presa di posizione contro il terrorismo. Da notare che anche i terroristi aggiornano i loro strumenti di comunicazione, la rivendicazione dell'omicidio Biagi e' apparsa infatti su un sito internet.
La rivendicazione dell'assassinio e' arrivata via Internet anche alle Officine Galileo di Campi Bisenzio ed alla Fiom-Cgil di Firenze.

Lo hanno confermato fonti sindacali secondo le quali il documento sta arrivando anche ad altri organismi sindacali.
''Nessuno si deve appropriare di una morte, ma sia la morte di Marco Biagi un monito: la marcia di sabato si trasformi in una protesta nazionale contro il terrorismo e per il lavoro e si riaprano le fonti del dialogo''. Lo ha detto il presidente del consiglio toscano, Riccardo Nencini, durante la seduta straordinaria dell'assemblea.
Michele Gesualdi ha scritto al segretario generale della CGIL Sergio Cofferati per esprimergli solidarietà per gli attacchi subiti dall’onorevole Taormina, ex sottosegretario del Governo in carica, “tesi a mettere in una qualche relazione la sua figura e l’azione che il sindacato sta svolgendo in questi giorni, in difesa dei diritti dei lavoratori, con le scellerate azioni di terroristi”; azioni che nulla hanno a che vedere – sottolinea il presidente della Provincia - con il modo di interpretare la lotta per la democrazia e il confronto sociale dei progressisti italiani, della CGIL e del sindacato nel suo insieme.


“Mi colpisce e mi rattrista – scrive Gesualdi - che da parte dell’Esecutivo non sia ancora arrivata una reazione chiara a questi attacchi ed a queste manovre, anche perché non può sfuggire a nessuno, come non sfugge agli autori di tali strumentali iniziative, che chi semina vento sapendo di seminare vento non può che raccogliere tempesta volendo raccogliere tempesta”.
Da apprezzare, prosegue Gesualdi, la conferma della manifestazione di sabato, con l’attribuzione alla stessa anche del valore di condanna dei terroristi e con l’organizazzione insieme a CISL e UIL della nuova manifestazione che il 27 marzo rinnoverà da parte di tutto il sindacato il no al terrorismo.

“E’ questo il migliore attestato che i lavoratori possono dare al Paese della loro fiducia negli strumenti democratici. Fiducia che deve giustamente essere portata in piazza per far capire agli interlocutori che il dialogo si costruisce sulla base della parità e che il confronto sulle riforme del lavoro non può svilupparsi sotto la spada di Damocle dell’intervento di una legge che crea uno squilibrio forte in favore degli interessi imprenditoriali”.
“E’ un ragionamento, specifica il presidente della Provincia - che parte dalla questione dell’articolo 18 ma che è giusto assuma, attraverso l’azione del sindacato, anche un valore generale, di fronte al tentativo del Governo di mettere in discussione le conquiste dei lavoratori e tutte le riforme fatte negli ultimi anni in Italia”.
“Sono con lei e lo sarò sempre in ogni circostanza in cui il sindacato difenderà i valori fondamentali della nostra società e della nostra democrazia” – conclude Gesualdi nella sua lettera augurandosi che il Governo, nella persona del premier Berlusconi, “esprima la solidarietà dovuta, anche a garanzia di quel dibattito civile che giustamente dice di voler portare avanti”.
«Dolore e sdegno per il barbaro assassinio del professor Marco Biagi» sono stati espressi dai consiglieri del gruppo di Rinnovamento Italiano - La Margherita.

«L'omicidio - ha osservato il capogruppo Vittorio Foti - va ad inserirsi in un momento di particolare tensione legato in modo specifico alla discussione sull'articolo 18 dello statuto dei lavoratori ed è frutto di una violenza perpetrata da persone che hanno come unico fine quello di destabilizzare la società. Il dialogo deve essere la risposta più ferma a quanti vogliono con la violenza brutale impedire le riforme di cui il Paese ha bisogno. Non si tratta di fare passi indietro ma di abbassare i toni e di continuare a confrontarsi con civiltà, senza demonizzare quanti hanno idee diverse».

«L'esasperazione ed i toni eccessivi della polemica - ha concluso Foti - hanno ancora una volta avvelenato un clima in cui questi assassini si sono inseriti con il loro assurdo e criminale gesto. Serve a questo punto un forte richiamo alla reazione civile e all'impegno quotidiano da parte di tutte le forze sane e democratiche di questo nostro paese per riportare il confronto alla pacatezza e per fare terra bruciata attorno a chi farnetica con il tragico demone della violenza nell'animo. Alla famiglia del Professor Biagi ed in particolare alla moglie ed ai due giovani figli vanno le mie personali condoglianze e quelle di tutta la mia parte politica».

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