Omicidio Biagi : la condanna del consiglio Provinciale fiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2002 19:03
Omicidio Biagi : la condanna del consiglio Provinciale fiorentino

Il Consiglio provinciale si è riunito nel pomeriggio in seduta straordinaria per esprimere la sua condanna del terrorismo e la sua solidarietà alla famiglia del professor Marco Biagi. In apertura è stato osservato un minuto di silenzio. Subito dopo la seduta l’intero Consiglio provinciale ha partecipato alla manifestazione promossa contro il terrorismo dai sindacati in Piazza della Signoria.

Esprimiamo al Governo pieno solidarietà per la morte di uno suo collaboratore e chiediamo nello stesso tempo che si metta in atto tutto quanto è possibile per stroncare trame e atti terroristici”. “Ho negli occhi, accanto a Biagi, anche Roberto Ruffilli, Ezio Tarantelli e Massimo D’Antona, persone di cui potevi condividere o meno scelte e pensieri – ha detto il Presidente della Provincia Michele Gesualdi che poi ha parlato anche alla manifestazione in Piazza della Signoria - ma uomini di dialogo, pronti a spiegare e a sostenere le loro posizioni senza mai offendere nessuno; persone la cui intelligenza è stata risorsa per uomini di governo di segno diverso; gente che si è difesa con la sola forza delle proprie idee”.

Lasciano interdetti, per Gesualdi, le indicazioni contenute nel  primo rapporto dei servizi segreti italiani dopo gli attentati negli Stati Uniti. Ne ha reso conto l’ultimo numero in edicola del periodico ‘Panorama’. Nel rapporto si parla chiaramente di minaccia “contro le espressioni e le personalità del mondo politico, sindacale e imprenditoriale maggiormente impegnate nelle riforme economico-sociali e del mercato del lavoro e, segnatamente, quelle con ruoli chiave in vesti di tecnici e consulenti”.

Tra queste personalità figurava sicuramente Marco Biagi che, infatti, “aveva richiesto una scorta che poi non gli è stata assegnata e, questo, proprio nella sua città”. “Tutto ciò è molto grave – continua il Presidente della Provincia come è grave che qualcuno voglia vedere, in modo surrettizio, la mano dei terroristi animata da chi non condivide – ed io non la condivido – la delega sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ho trovato responsabili in questo senso le parole di alcuni esponenti del Governo che hanno invitato ad abbassare i toni, ma non sognandosi di intimare alla protesta sociale di fermarsi.

Scendere, in piazza in modo civile, è un diritto e non è una minaccia per nessuno. Dialogo non vuol dire confrontarsi con una mannaia sulla testa. Questi sono metodi che Biagi respingeva, sostenendo che, al di là delle opposte convinzioni, bisognava trovare la strada per uscirne insieme. Dialogo è discutere su posizioni di parità con la sola forza della persuasione, favorire tutti e non solo una parte”. Per la Giunta ha parlato anche l’assessore al Lavoro Davide Filippelli, che ha invitato tutti ad accogliere l’invito del Capo dello stato ad abbassare i toni dello scontro politico. Sono poi intervenuti i capigruppo delle forze politiche presenti nell’assemblea di Palazzo Medici Riccardi: Sergio Gatteschi per i Verdi (“i responsabili devono essere isolati”), Eugenio D’Amico per Rifondazione (“c’è un disegno criminale del terrorismo contro il mondo del lavoro”), Carlo Bevilacqua per Forza Italia (“tutte le istituzioni si devono stringere intorno al Governo, duramente colpito”), Tiziano Lepri per i Ds (“è un errore interrompere il dialogo o attribuire al terrorismo la dignità di una voce del confronto sociale”), Pasquale De Luca per la Margherita (“toni troppo alti ci sono stati ma a 360 gradi”), Alessandro Corsinovi per il Ccd (“l’omicidio riapre ferite che non si sono mai rimarginate”), Enrico Nistri per An (“mi auguro che la cattiva politica fatta sull’articolo 18 non abbia nulla a che vedere con quello che è successo”) e infine Massimo Marconcini per i Comunisti italiani (“restiamo uniti nella lotta contro il terrorismo senza cancellare le differenze fra di noi”).(mr)

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